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domenica, Dicembre 22, 2024

Rifiuti tossici della camorra in Molise, alla DDA le rivelazioni di Francesco Schiavone ”Sandokan”

AttualitàRifiuti tossici della camorra in Molise, alla DDA le rivelazioni di Francesco Schiavone ''Sandokan''

imprenditori molisani rifiutiSolo a pronunciare il suo nome tremavano i polsi. Oggi, Francesco Schiavone, sta riscrivendo le pagine che hanno insanguinato la cronaca degli ultimi trent’anni in Campania e non solo.

Sandokan, il capo incontrastato del clan dei Casalesi, ha dominato la scena della criminalità organizzata. Ora sta collaborando con il capo della direzione distrettuale antimafia di Napoli Nicola Gratteri.

Le sue rivelazioni, oltre che sulla catena di omicidi e sugli affari della Camorra con gli appalti e il traffico di droga, getteranno un fascio di luce anche sulla gestione dei rifiuti tossici.

Che in molti casi finivano interrati anche nelle campagne del Molise. Lo aveva rivelato un altro pezzo da novanta della famiglia Schiavone. Carmine, cugino di Sandokan, si era pentito e aveva cominciato la sua collaborazione con la giustizia una decina di anni fa. Aveva raccontato ai magistrati il percorso dei camion carichi di veleni che, partendo dalla Campania, attraversavano l’Italia in lungo e in largo.
Il Molise, aveva detto in più di una circostanza Carmine Schiavone, era un posto sicuro dove scaricare i fusti che contenevano rifiuti tossici. La piana si Sepino, con riferimenti a Cercemaggiore e a Guardiaregia, e alcune cave dismesse del venafrano erano state indicate dal boss.

Peraltro, la zona di Cercemaggiore era anche il punto di scarico dei veleni Montedison. Su quel sito le indagini ambientali vanno ancora avanti e stando alle ultime rilevazioni il rischio di un disastro ambientale nell’area viene considerato molto alto.

Ora ad avere qualche elemento in più sul traffico dei fusti tossici della Camorra potrebbe essere direttamente la direzione antimafia di Napoli su indicazione diretta di Sandokan.

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