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martedì, Novembre 26, 2024

Accordo transattivo con il Consorzio per lo sviluppo industriale, l’intervento di Luigi Pavone “Futuro Trivento”

TriventoAccordo transattivo con il Consorzio per lo sviluppo industriale, l’intervento di Luigi Pavone “Futuro Trivento”

Accordo transattivo con il Consorzio per lo sviluppo industriale, l’intervento di Luigi Pavone “Futuro Trivento”. “Ieri sera si è tenuto l’ultimo consiglio comunale della legislatura – scrive Pavone – per deliberare sull’accordo transattivo raggiunto dal comune nei confronti del consorzio per il ripianamento del debito verso quest’ultimo. Un argomento che ci sta particolarmente a cuore, come dimostrato ampiamente in questi cinque anni di legislatura. Già ad inizio legislatura, in occasione del consiglio comunale del 31/07/2019, infatti, abbiamo chiesto l’indizione di un consiglio comunale monotematico sull’area di Piana d’Ischia per individuare un nuovo tipo di governance dell’area che prescindesse dal consorzio, ente che è stato assente dal 2001 fino ad oggi e che non ha fatto alcun investimento nell’area in questi 23 anni. Tale richiesta l’abbiamo rinnovata molte volte in altre sedute del consiglio in questi cinque anni; addirittura, a seguito del ricevimento del decreto ingiuntivo da parte del consorzio, chiedemmo l’uscita del comune dal consorzio con una raccolta firme sottoscritta da gran parte degli imprenditori dell’area. Con perseveranza e convinzione abbiamo sempre chiesto all’amministrazione di affrontare seriamente la questione e più volte ribadito la necessità di uscire dal consorzio per avere piena autonomia nella gestione dell’area. Se l’amministrazione avesse ascoltato la nostra proposta e le nostre richieste, ossia riprendendo la gestione diretta dell’area, avremmo potuto beneficiare del finanziamento di circa due milioni di Euro ricevuto dalla regione Molise per realizzare opere urgenti e necessarie nell’area, cosa che, invece, non è stata possibile perché il consorzio non ha concesso il nulla osta al comune per l’esecuzione delle procedure di affidamento ed esecuzione dei lavori. In merito a quest’ultima vicenda, sottolineammo sin dall’inizio che la delibera di giunta regionale che concedeva il finanziamento individuava, erroneamente, come soggetto attuatore il comune di Trivento, nonostante quest’ultimo non avesse la gestione dell’area, e solo dopo molto tempo è stato chiesto alla regione di cambiare il soggetto attuatore in favore del consorzio. Ma era ormai troppo tardi. Questa è stata, a nostro avviso, una negligenza decisiva da parte dell’amministrazione in quanto sin da subito ci si doveva attivare con la Regione e con il Consorzio per far sì che fosse quest’ultimo il beneficiario del finanziamento. In questo modo probabilmente il finanziamento non si sarebbe perso. Con il senno di poi, ci sembra che sia stata più una lotta per chi dovesse gestire il finanziamento e, quindi, gli appalti e prendersi il merito della realizzazione degli interventi e, quindi, si è badato più alla gloria personale che al bene dei cittadini. Inoltre, la fuoriuscita dal consorzio avrebbe consentito di evitare di accumulare ulteriori debiti per gli anni che vanno dal 2017 ad oggi. Il decreto ingiuntivo, infatti, riguarda le perdite accumulate dal consorzio dal 2001 al 2016, pertanto non è chiaro cosa succederà per quanto riguarda le perdite accumulate dal consorzio dal 2017 ad oggi, se pensiamo che solo negli anni 2017 e 2018 il consorzio ha accumulato ulteriori perdite per 1.112.699 Euro che equivalgono ad un ulteriore debito del comune pari a circa 267 mila Euro, avendo il comune una quota consortile pari al 24% (acquisita proprio dalla prima legislatura del sindaco Corallo). Inoltre, avremmo potuto risparmiare già circa 40 mila Euro di quote consortili a partire dal 2020. In merito alla questione puramente legale, abbiamo sempre pensato, pur nella nostra ignoranza in materia, che ci potessero essere dei margini per risultare vincitori in questo contenzioso perché, come ribadito in più di un consiglio comunale, all’indomani dell’uscita dalla fase commissariale e del rinnovo delle cariche statutarie dell’ente consorzio, nel Gennaio 2022, abbiamo segnalato come l’ente in una delle sue prime deliberazioni ha inserito una postilla nella quale si diceva che tutti i consorziati si impegnavano a pagare le quote associative e dei contributi deliberati, tra cui quelle per il ripianamento delle perdite pregresse. Ne è testimonianza che, a seguito della nostra segnalazione e su sollecitazione del segretario, il sindaco inviò una nota al consorzio al consorzio in cui contestava quell’atto, dopo che qualche giorno prima, in occasione del rinnovo del direttivo del consorzio, addirittura informò il consiglio comunale di questo importante avvenimento e dell’invio di una sua lettera ai presenti in cui faceva gli auguri al nuovo direttivo, ribadendo, però, la volontà di uscire dal consorzio. Come mai il consorzio ha ritenuto necessario inserire esplicitamente questa postilla nello statuto? È stato valutato questo elemento nel contenzioso fino ad oggi? Per tornare all’accordo transattivo, non è chiara la questione relativa alla risoluzione della convenzione tra il comune e la comunità montana. Il comune potrebbe esporsi ad ulteriori rischi di soccombenza? È stato avviato un dialogo con la comunità montana per capire come verrà gestito il seguito? L’accordo che è stato ratificato ieri presenta senza dubbio numerosi vantaggi, sia economici, che gestionali, in quanto finalmente il comune tornerà, dal 1 Gennaio 2025, a gestire l’area. Tuttavia, ci sono molti elementi che non conosciamo ancora perché non c’è stato modo di conoscerli, nonostante le trattative siano iniziate da più di un anno fa, precisamente nel Marzo 2023 e il consiglio comunale, come spesso accaduto, non è stato mai informato di questo. Pertanto, bene l’accordo (dato per scontato che sia stato fatto tutto per il meglio dal punto di vista legale per evitare la soccombenza in giudizio), ottima la prospettiva della gestione diretta dell’area a partire dal prossimo gennaio, anche perché lo chiediamo da cinque anni. Tuttavia, ci pare ovvio che la questione è stata gestita malissimo dall’amministrazione comunale e come tutto sia stato estremamente trascurato da cinque anni. Infine, come mai è stato indetto questo consiglio proprio a ridosso della campagna elettorale? Il sindaco – chiude Pavone – sta preparandosi la strada per rispondere della sua negligenza e trascuratezza sulla questione della zona industriale? Cosa ha fatto in questi cinque anni quando noi più volte abbiamo chiesto un confronto, auspicando la fuoriuscita dal consorzio e mettendo in guardia l’amministrazione sui vincoli e sui rischi che la permanenza all’interno del consorzio avrebbe creato per Trivento?

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