Ritardi inaccettabili, da parte del Ministero dell’Ambiente e della Regione Campania.
L’istituzione del Parco nazionale del Matese, con un territorio del quale fanno parte una cinquantina di comuni tra il Molise e la regione campana, non decolla. E così Italia Nostra ha dato mandato ai propri legali di presentare ricorso al Tribunale amministrativo affinché si pronunci sulle inadempienze istituzionali che di fatto impediscono l’apertura ufficiale del parco.
La vicenda è piuttosto datata, almeno un paio d’anni. E riguarda in particolare l’adozione da parte di Regione Campania del confine e del perimetro che racchiude l’area matesina. Un provvedimento concluso, invece, dalla Regione Molise, già nella scorsa legislatura.
E a nulla sono valsi interrogazioni e i solleciti alla giunta De Luca, caduti letteralmente nel vuoto.
Da Napoli non è arrivata nemmeno la nomina di un commissario ad acta, con poteri sostitutivi che avrebbe potuto superare l’impasse burocratico.
Secondo Italia nostra, il traccheggio della Campania nasconde interessi precisi. La mancata istituzione del Parco ha facilitato, sulla dorsale campana del Massiccio del Matese, “l’aggressione eolica” e il mancato introito di fondi pubblici, per le aree protette.
Per gli ambientalisti il ritardo è ancor più “incomprensibile” visto che nel Paese “le aree protette terrestri coprono appena il 21,7% del territorio (in Molise, appena settemila cinquecento ettari, appena l’1.4% della superficie), mentre l’Ue prevede un sostanzioso incremento di zone protette”.
Con il ricorso al Tar Italia Nostra spera non solo nell’istituzione del Parco ma anche che le comunità interessate possano, costruire un futuro sostenibile, fondato sulla tutela e la valorizzazione di un’area di particolare pregio ponendo un freno al degrado e allo spopolamento cui, diversamente, sarebbero destinate.
