Un quadro per celebrare la notte di San Lorenzo come non l’abbiamo mai vista e come l’avremmo sempre voluta
di Annunziata D’Alessio
In questi giorni di caldo sovrannaturale non avrei potuto scrivere niente! Neanche una riga perché il mio cuore vinto, così immerso nel suo placido essere, non è pago d’altro se non di se stesso. Eppure non avrebbe potuto essere mai più fecondo come nello scorrere di queste ore dove se ne sta inerte davanti alla valle sotto le montagne del Matese. Sue signore e padrone, avvolte nei vapori del calore estivo, gravitano su di lui mentre il sole passa sulla impenetrabile oscurità della mia “selva” e a mala pena qualche raggio s’infila a portare luce nel suo interno sacrario. Sul far della sera, vicino al fresco della terra che viene dall’erba, il mio cuore si ridesta e torna ai suoi innumerevoli infiniti e all’Onnipotente. In uno di questi crepuscoli, quando davanti ai miei occhi il mondo intorno a me si posa, il cielo con le sue stelle si dispone a fondersi con la mia anima.
Sono le sere stellate di San Lorenzo, che si dilatano sulle nostre teste (dal 10 al 13 agosto) e si agitano in una esplosione silenziosa. Sono notti in cui il cuore di tutti sogna un po’ di più e, magari infuso di una particolare fantasia celestiale, trascende mondi, muri e catene. Come nel quadro “Notte di San Lorenzo” del nostro pittore molisano, Massimo Maglione! In primo piano due “anime” che si cullano e riposano in un unico abbraccio: un orso e un uomo. Sullo sfondo, in mezzo alla natura lo sciame delle Pleiadi. Chi sogna chi? A chi appartiene il sonno/sogno rappresentato dall’artista? Chi è il sognatore? E’ l’Uomo, che sogna il meglio di sé! Oppure è l’orso (Natura), che sogna l’impossibile! O è Dio, che sogna se stesso! La mente si confonde, ma non il cuore…! La bellezza di questo quadro è che ti sveglia dal torpore, che non è solo del sonno di questi fiacchi e vuoti giorni estivi, ma di un’ intera umanità soporifera e vanesia. Dinanzi a questa raffigurazione il mondo immaginato e desiderato da Dio, nella lontana notte dei tempi, rivive in me e si esprime come spirito propizio nell’augurio di un cuore ardito che si conceda ancora e ancora il lusso di sognare.