Gli ultimi due milioni di metri cubi d’acqua, rilasciati dalle paratie dell’invaso più grande della Capitanata. Poi la diga di Occhito chiuderà.
L’allarme era scattato già a gennaio, quando l’invaso che divide le province di Campobasso e Foggia nella valle del Fortore, aveva una capacità di gran lunga inferiore a quella dell’anno precedente: meno 24milioni di metri cubi.
Le previsioni non erano ottimistiche, ma, dicono ora le organizzazioni agricole, all’emergenza si è arrivati senza colpo ferire. La siccità, e quello che si profila secondo i meteorologi come l’anno più caldo di sempre hanno fatto il resto.
A rischio immediato ci sono le coltivazioni del pomodoro della provincia di Foggia, visto che l’acqua destinata all’irrigazione proveniente dal lago di Occhito non arriverà più. Ma a rischio è l’intero sistema agricolo del Tavoliere.
La Regione Puglia, che per tamponare l’emergenza ricorrerà ad un sistema di autobotti, tiene nel cassetto la vecchia idea di allacciare la propria rete idrica all’invaso del Liscione. Ma il lago molisano garantisce appena il fabbisogno dell’irrigazione del Basso Molise, oltre a garantire quello pubblico per i paesi a valle della diga.
Intanto, il caldo africano continua a mordere soprattutto le regioni centro meridionali e le città bollino nero passeranno da 15 a 22 nei prossimi giorni. Campobasso si conferma tra le più calde. Sarà un Ferragosto all’insegna delle temperature bollenti che, dicono gli esperti, sfioreranno i 40 gradi.
E la Puglia resta tra le regioni a rischio più alto: i pozzi artesiani, dice la Coldiretti, stanno collassando e il pericolo è che oltre alla chiusura delle paratie del lago di Occhito anche le sorgenti e le riserve naturali possano venire a mancare.
Occhito, chiude la diga: a secco i campi della Capitanata
