Le immagini del lago di Occhito girate un mese fa con un drone raccontavano già una storia di grande difficoltà.
Una situazione già considerata di grande emergenza, tanto da indurre il Consorzio di Bonifica della Capitanata, che gestisce l’acqua del terzo invaso artificiale d’Europa per capienza a bloccare l’erogazione a scopo irriguo dal 13 agosto.
A distanza di meno di due settimane, questa è la situazione attuale del lago. Le foto, inviate da un nostro telespettatore, raccontano la gravità della siccità che ha colpito il centro sud dell’Italia e messo in ginocchio l’agricoltura in molte parti del Paese.
Le persone più anziane, che vivono nei paesi che si affacciano sul lago, sia dalla sponda pugliese che da quella molisana, raccontano di non ricordare uno scenario simile.
La sponda è arretrata di un centinaio di metri, rispetto al normale. Sono affiorati ruderi e imbarcazioni affondate. La terra emersa è spaccata e secca. Uno scenario che ricorda le zone alluvionali africane, al massimo della siccità. Invece, questa scena è a pochi chilometri da Campobasso e Foggia.
La Puglia ha già chiesto lo stato di calamità per le zone che sono servite dagli impianti di irrigazione di Occhito.
Intanto, poco più avanti, è stata riaperta la galleria Passo del Lupo, sulla statale 87. Rimarrà transitabile fino a metà settembre, quando verrà di nuovo chiusa per i lavori di manutenzione straordinaria, cominciati circa cinque anni fa e non ancora terminati.
Due situazioni all’apparenza diverse e distanti che però viste dal lato dei paesi al confine con il Molise vengono giudicate come una mancanza di attenzione per la parte più estrema della provincia di Foggia e questo ha fatto di nuovo ripartire i comitati di cittadini che da anni chiedono l’annessione di quella zona della Capitanata alla nostra regione nel progetto della Moldaunia