Una storia di solitudine e di disagio. Una vita trascorsa ai margini con un epilogo tragico.
La donna di 47 anni trovata senza vita nella sua piccola casa alle spalle della chiesa di Sant’Antonio Abate è morta quasi certamente per cause naturali.
L’autopsia, effettuata dal patologo Massimiliano Guerriero non ha evidenziato segni o ferite che possano aprire scenari diversi da questo.
Va detto che lo stato avanzato di decomposizione del cadavere, il corpo è rimasto per almeno due mesi all’interno dell’abitazione, ha reso ancora più complicato l’esame. Ma, da una prima conclusione, la pista della morte violenta è stato possibile escludere.
Ora, bisognerà attendere l’esito di tutti gli altri esami, primo tra tutti quello tossicologico per capire meglio cosa è accaduto dietro la porta del bagno chiusa dall’interno, dove è stato ritrovato esanime il corpo della donna.
Questa resta l’unica circostanza che resta da chiarire. Originaria di Molfetta, passava lunghi periodi a Campobasso, ma la dice lunga il fatto che per settimane nessuno si sia interessato a lei. O comunque non abbia destato sospetti la sua assenza. Il telefono cellulare era in un’altra stanza del piccolo appartamento di via Sant’Antonio Abate. Ma come mai, se la 47enne era sola, si è chiusa in bagno dall’interno.
La relazione di Guarriero chiarirà anche se abbia assunto farmaci che possano averle provocato la morte. Dopo la bonifica della casa, avvenuta nei giorni scorsi, gli investigatori si preparano a chiedere l’archiviazione del caso.