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domenica, Dicembre 22, 2024

Piana dei Mulini andata e ritorno. Michele Iorio ricomincia dal capolinea

AperturaPiana dei Mulini andata e ritorno. Michele Iorio ricomincia dal capolinea

di PASQUALE DI BELLO

E’ prevista per il 23 luglio la rentrée di Michele Iorio nell’agone politico. L’appuntamento, come lo scorso anno, è alla Piana dei Mulini a Colle d’Anchise. Rispetto alla scorsa edizione lo scenario è totalmente cambiato e se allora la kermesse segnò l’inizio del declino, ora potrebbe segnare la rinascita dell’ex governatore.

Che Michele Iorio si avviasse a perdere le probabilissime elezioni regionali (probabili perché all’epoca si era pronunciato solo il Tar e si attendeva il Consiglio di Stato)  ci parve evidente lo scorso anno quando, con una certa sicumera inversamente proporzionale alle possibilità di successo, egli decise di strappare con tutti i partiti della coalizione (e primo tra tutti con il suo, il Pdl) che per ben due volte lo aveva portato al successo e di porsi come uomo solo al comando. Lo fece chiamando a raccolta i suoi fedelissimi presso la Piana dei Mulini, una graziosa enclave di verde e di acqua nei pressi di Colle d’Anchise. Era esattamente il 3 luglio del 2012 alle ore 18, un martedì. Ora Iorio ci riprova, il posto e l’ora saranno gli stessi e pure il giorno della settimana, un martedì: per l’esattezza, martedì 23 luglio.

Rispetto ad allora la situazione è però radicalmente cambiata. A partire dai presupposti che portarono alla prima edizione della Piana dei Mulini. Anzi, dal presupposto, che era solo uno: rompere il legame con i partiti della coalizione (e con i tanti ricattucci che ne derivavano) e recuperare quello con il popolo. Con il suo popolo, il popolo di Iorio. E la sua gente rispose numerosa. Eravamo presenti e possiamo testimoniare in prima persona dell’arrivo di macchine cariche e corriere piene di cristiani. Non sembrava che andassero da Michele Iorio a Colle d’Anchise ma da San Michele, sul Gargano. Avevano facce, occhi, espressioni e ghigne tipiche di chi si attende un miracolo più che un comizio. E così fu. Michele il miracolo lo fece, e lo fece a tal punto da ringalluzzire un popolo ossificato che gli conferì in quella circostanza la nomination per l’eventuale nuova corsa alle elezioni regionali da venire. E così fu, anche in questo caso. Le elezioni vennero e Iorio fu il candidato. Come finì, oggi lo sappiamo.

Gli unici profeti inascoltati, scambiati evidentemente per cassandre, furono in quella circostanza il coordinatore regionale del Pdl, Ulisse Di Giacomo, e il potentissimo assessore alla  programmazione, Gianfranco Vitagliano. Due, per capirci, nati prima dell’invenzione del sorriso: spicci e risoluti. A muso duro fecero capire a Iorio che non solo lo strappo con i partiti e la fuga in avanti erano un errore politico e un atto di ingratitudine verso la coalizione a cui Iorio doveva le proprie fortune; non solo i due sottolinearono questo ma, aggiunsero, che su quella china Iorio le elezioni le avrebbe puntualmente perse portando al macello tutti. E così andò. Di Giacomo e Vitagliano, per ragioni diverse, dovettero adeguarsi alla quarta candidatura di Iorio (2000 – 2001 – 2006 -2013), il primo per disciplina di partito, vista l’investitura che Iorio ebbe anche da Berlusconi; il secondo perché, dopo aver parlato di “iorismo” nel tentativo di superare Iorio, si girò indietro e non trovò nessuno, salvo i pugnalatori che stavano già affilando i coltelli da piantargli nella schiena. Meglio fare macchina indietro e indossare mutande e canottiera di piombo, concluse l’assessore termolese. Alla Piana dei Mulini, in realtà, c’era anche un terzo assente, Aldo Patriciello, ma era un assente giustificato. L’eurodeputato c’è solo quando conta, cioè quando si vice (vedi il bacio con Frattura), e lì era chiaro che si perdeva.

Cosa è restato ora che si avvicina la Piana dei Mulini seconda parte? Nulla, tranne le assenze di Ulisse Di Giacomo e Gianfranco Vitagliano. Del primo si hanno notizie in quanto, a dispetto di ogni sgambetto, ha continuato a lavorare da coordinatore regionale del Pdl; del secondo, a parte la parentesi con Fratelli d’Italia alle politiche, si sono perse le tracce. Sul radar politico è scomparso ed è un peccato. Vitagliano è una delle intelligenze più acute di questa regione e nell’epoca di mezzecalze che viviamo sarebbe di certo utile averlo tra i piedi. Come Iorio, del resto. Provate a immaginarli oggi in Consiglio regionale, sarebbero due giganti messi a confronto con le dosi letali di sonnifero che ci sono toccate in sorte in questa legislatura (sonniferi di destra e di sinistra).

Allora, in attesa che si svegli il pistolero di Termoli (ve lo ricordate il passo di Vitagliano? Sembrava sempre che avesse due revolver nelle tasche dei pantaloni), prepariamoci alla rentrée di Iorio. Lo scorso anno Piana dei Mulini segnò il suo decesso politico, questa volta invece potrebbe segnarne la rinascita. Questo lo vedremo. Noi ci sentiamo di fargli solo una raccomandazione: eviti quest’anno di indossare l’imbarazzante Robe di Kappa azzurra della scorsa edizione, specie se messa, come fece all’epoca, sul pantalone da cerimonia solenne. Non va bene. Meglio presentarsi in camicia e a maniche arrotolate, come si conviene ad un pugilatore che si accinge a menare le mani.

 

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