Pistola in pugno e corpi tatuati, coltelli a serramanico e tirapugni. Hanno un’età che ne fa poco più di bambini inconsapevoli a ragazzi ormai maggiorenni. Il loro territorio preferito sono i social: instagram e tik tok, dove realizzano e pubblicano i loro video che inneggiano alla violenza.
La maxi operazione portata avanti in tutta Italia dal servizio centrale della Polizia ha acceso i riflettori su un fenomeno ormai dilagante: le bande di piccoli criminali che seminano il terrore nelle città. In una trentina di provincie, Campobasso, compresa, gli agenti hanno arrestato 37 giovani, dei quale cinque minorenni per reati contro la persona e il patrimonio e in materia di stupefacenti.
Poi ricettazione, possesso di armi e strumenti atti a offendere e detenzione di droga finalizzata allo spaccio.
Nei loro profili, incuranti della legalità, inneggiano alla violenza. Criminali in erba nei quali trapelano devianze e disagio che alla fine – dicono gli investigatori – sfociano in gravi episodi di violenza portati a termine da singoli e da gruppi.
E proprio le mini gang sono in aumento in molte città. La Polizia ha individuato 700 profili social inneggianti all’uso della violenza fisica, anche contro appartenenti alle Forze di Polizia, nonché di armi da fuoco e da taglio; circa 200 di questi profili sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria per l’eventuale oscuramento.
Il rischio è costituito anche dall’emulazione di quelli che vengono considerati e si impongono come boss. E i loro video impazzano sui cellulari e tra i banchi di scuola. Dove far circolare queste follie è diventato perfino facile.