E’ toccato agli scolari dell’Istituto comprensivo D’Ovidio di Campobasso aprire l’esecuzione dell’inno d’Italia le celebrazioni in onore del Maestro Alberto Manzi di cui ricorrono i cento anni dalla nascita. Figura indimenticabile della pedagogia italiana insegnò, attraverso la televisione e la radio, a leggere e a scrivere a migliaia di italiani relegati ai margini della società a causa della condizione di analfabetismo. Memorabile la sua trasmissione, “Non è mai troppo tardi”. A ricordarlo a Palazzo GIL a Campobasso, centinaia di studenti insieme a insegnanti e dirigenti scolastici. Tra questi, Marica Chimisso, direttore dell’ufficio scolastico regionale del Molise che parla delle nuove forme di analfabetismo, soprattutto quello digitale.
La Dirigente dell’Ambito territoriale scolastico di Campobasso, Ettorina Tribò, sottolinea l’importanza che ancora oggi ha l’insegnamento agli adulti.
Sul palco una vecchia lavagna di ardesia e un mobile fonografico con i pesanti dischi della Fonit Cetra, simboli di un mondo passato che, insieme al maestro Manzi, è andato via.
