La Diocesi di Trivento in assemblea programmatica. Nei giorni scorsi, si è avuta l’assemblea diocesana nella chiesa parrocchiale Maria Ss.ma di Costantinopoli di Agnone. È stato invitato S.E. Mons. Orazio Francesco Piazza, Vescovo di Viterbo ed insigne ecclesiologo, una riflessione sulla Chiesa del tempo presente, che si accinge a concludere il sinodo e si proietta verso l’anno Santo del Giubileo. Il quadro delineato – si riporta sul sito diocesano – non poteva tacere lo scoraggiamento diffuso, che tende a far chiudere in sé, offuscando le potenzialità e le positività che esistono e che bisogna far emergere. Un dato singolare di fronte a tante altre crisi è proprio questo oggi: la grande difficoltà a reagire e a rialzarsi dalle cadute. Sarebbe un punto di considerazione che merita riflessione e studio approfondito, per individuare come aiutare i fedeli a riattivarsi nell’actuosa partecipatio ecclesiale. Sant’Agostino ci invita a ripristinare la trama della Chiesa con l’ago della pazienza e il filo della misericordia. Ma bisogna partire da una domanda: Che immagine di Chiesa stiamo dando e cosa stiamo facendo noi cristiani? L’evidenza pone in rilievo un passaggio aspro perché la società sta passando dall’indifferenza all’intolleranza. Ci viene chiesto invece di tornare ad essere una comunità di accoglienza. Come? Rendendo trasparente Cristo nella nostra vita quotidiana. Mons. Piazza ha suggerito di affrontare il contesto per quello che è. Quindi guardare il territorio, le dinamiche sociali, le possibilità contenute in esse, insomma un primo momento di osservazione attenta alla nostra Chiesa triventina così come si presenta in questo spaccato storico. Poi, solo dopo una buona analisi condivisa, possono iniziare le proposte: cosa si può fare? Folgorante è stata una sua espressione: – non si possono sprecare i nostri sacrifici!-. Quindi l’investimento di energie, tempo e denaro debbono essere ben ponderati e mirati ad un’azione univoca e condivisa. Tre gli ambiti suggeriti per avanzare nella crescita: 1) La dimensione spirituale, cioè coltivare l’uomo interiore. 2) La corresponsabilità che nasce dalla comunione. 3) Ridare dignità alla vita sacramentale con la partecipazione all’Eucaristia domenicale perché è l’Eucaristia che fa la Chiesa. Tenendo conto di quanto espresso in EG, Papa Francesco chiede una riforma missionaria di tutti e questa conversione vuole essere sinodale per natura e missionaria per fine; una conversione pastorale che unisca i campanili; che miri ad una coesione sociale con il dialogo, il servizio e la cooperazione. In definitiva è stato ribadito il cambio di mentalità ecclesiale, uno sforzo necessario che chiede a tutti coraggio e creatività. Come è ovvio il percorso sarà lungo, con accelerate di alcuni e lentezze di altri, ma la chiesa da sempre con l’esempio del Maestro insegna a misurare il passo sul più fragile, perché questo è il senso sinodale. Alla relazione – chiude la nota – è seguito il canto dei Vespri presieduti dal nostro Vescovo Claudio e il mandato catechistico per l’anno pastorale 2024-2025.