Avrebbero dovuto documentare i propri crediti entro un termine perentorio. In caso contrario le pendenze con la Regione sarebbero state cancellate.
Una beffa per le imprese che vantano dell’ente di via Genova pendenze milionarie, che rappresentano anche un fardello notevole nel bilancio della Regione.
Per abbattere i debiti, nelle more fino all’80 per cento, la Regione aveva messo a punto una delibera con la quale intimava alle aziende creditrici di produrre la documentazione necessaria per dimostrare effettivamente di vantare un credito. Pena l’annullamento totale dell’importo. Una sorta di prova al contrario, contestata subito da Confindustria che ha impugnato la delibera davanti al Tribunale amministrativo.
Il Tar ha accolto il ricorso, degli avvocati Salvatore e Giuliano Di Pardo, dichiarando illegittima la controversa procedura per rilevare e abbattere i debiti commerciali della Regione.
I giudici hanno riconosciuto la piena legittimazione dell’associazione a tutelare un interesse collettivo, definendolo “distinto e autonomo” rispetto a quello dei singoli associati.
Il Presidente di Confindustria, Vincenzo Longobardi, ha accolto con soddisfazione la sentenza, e sottolineato l’importanza del ruolo delle organizzazioni di categoria nel difendere gli associati da provvedimenti ritenuti ingiusti.
Sullo sfondo resta la questione del disavanzo regionale. La stessa Corte dei Conti, nella mancata parifica dello scorso ottobre, ha evidenziato la “tenace resistenza” della Regione nell’applicare correttamente i principi contabili, con conseguenti criticità nella gestione del bilancio.
