In giro per Campobasso se ne vedono parecchi: i contenitori bianchi in cui inserire gli abiti usati che però, non si comprende bene il motivo, spesso diventano oggetto di atti vandalici, oppure vengono forzati da qualcuno durante la notte e i vestiti contenuti all’interno vengono tirati fuori a forza e abbandonati in strada. Le segnalazioni arrivano spesso alla nostra redazione: campobassani che si lamentano, soprattutto nelle aree un po’ più isolate della città, di trovare indumenti e oggetti sparpagliati in strada e nell’erba. Per non parlare poi dei sacchi pieni di vestiti che vengono lasciati accanto ai contenitori e qui la responsabilità del disordine e della sporcizia è dei cittadini stessi che vanno a disfarsi del materiale. Il controllo operativo, che secondo i campobassani manca, invece c’è, assicura Stefania Tomaro, amministratore unico della Sea, ente appaltatore del servizio, e viene svolto mensilmente in maniera congiunta con la Rau, società cooperativa laziale che ha risposto al bando e che si occupa del raccoglimento mensile e smaltimento degli indumenti usati. Il servizio del ritiro osserva delle modalità che sono definite da contratto tra Sea- ente gestore- e Rau- soggetto affidatario- che oltretutto, spiega Tomaro, è l’unica società cooperativa che ha risposto al bando di evidenza pubblica, garantendo non solo un servizio utile alla collettività generale attraverso un riciclo del materiale tessile, ma anche di pulizia e decoro urbano, che spesso però non vede la collaborazione dei singoli, a giudicare l’abbandono ingiustificato dei sacchi di indumenti in strada, vicino ai contenitori. Abbandoni che aumentano in corrispondenza di alcuni periodi dell’anno, sottolinea l’amministratore Sea: alla riapertura delle scuole e in primavera. I cittadini che, durante tutto l’anno, dovessero trovare i contenitori pieni, rotti e gli abiti sparpagliati in giro, possono chiamare il numero stampato sui raccoglitori e fare la segnalazione, dicono dalla Sea. Il fatto che però dovrebbe farci meditare è l’estrema facilità con cui ormai ci si sbarazza dell’usato, sempre meno di qualità, e che contribuisce ad appesantire tutta la filiera del riciclo. Forse bisognerebbe ricominciare a fare scelte – e questo vale per ogni tipo di rifiuto- che impattino meno sull’ambiente.