Il 29 novembre dello scorso un rogo divampò a Pozzo dolce a Termoli, il chiosco prese fuoco e lì all’interno stava dormendo un giovane clochard. Morì carbonizzato. Quel senza tetto non ha oggi ancora un’identità ufficiale. Manca il riconoscimento. C’è un’indagine, dall’Interpol nessuna notizia.
È passato un anno esatto. Ieri sera cittadini chiamati a raccolta da Città invisibile-Faced, famiglie contro emarginazione e droga e dalla Caritas, per non dimenticare. Un anno di incontri, assemblee, momenti di confronto e di riflessione.
E’ importante alimentare la luce sulle problematiche sociali. Rafforzare lo stare insieme.
Il dramma dei senza dimora, della povertà e dell’emarginazione sociale è profondo. Non bisogna voltarsi dall’altra parte.
La tragedia del clochard è la tragedia di anche di Termoli. Quel fuoco ha distrutto una vita, e quelle fiamme non lo avrebbe accese lui per scaldarsi. Da quel 29 novembre 2023 manca all’appello un giovane romeno di 30 anni. Tutto fa pensare a Nicolaj. Non c’è però l’ufficialità. Quel corpo senza vita è ancora in una cella frigorifera dell’obitorio del San Timoteo. Una vicenda che scuote le coscienze