Quella della filiera istituzionale è stata spesso bollata come una leggenda metropolitana inventata dal centrodestra. E’ stata invece proprio la filiera istituzionale, capeggiata dal presidente della Regione, Francesco Roberti, la manovra di aggancio del governo in sede di Finanziaria. Sta di fatto che tra gli emendamenti adottati e fatti propri dai relatori alla legge c’è quello che assegna al Molise 90 milioni in due anni (2025 e 2026) e altri 20 milioni negli anni successivi per risollevare la sorti acciaccate della Sanità Molisana. Una iniezione di liquidità che dovrebbe tamponare il disavanzo annuale che si aggira proprio sulla cifra stimata dal Governo. Su 130 milioni complessivi, lo stanziamento di 90 del Governo Meloni rappresenta una boccata d’ossigeno. Resta in piedi il Commissariamento, tuttavia, dovendo lavorare ancora la struttura e i ministeri per completare un’opera di risanamento complessa.
Altrettanto importanti saranno i 20 milioni aggiuntivi al riparto nazionale che quindi porteranno lo stanziamento dello Stato al servizio sanitario regionale del Molise da 580 a 600 milioni annuali.
Letta in filigrana, la manovra concordata col Governo Meloni rappresenta l’abbrivio al tanto atteso decreto Molise. Cadrebbe quindi anche l’altra accusa proveniente dalle opposizioni di centrosinistra, quella di un espediente usata in campagna elettorale dal centrodestra. La realtà sembra dire il contrario e, seppur con molta fatica data la complessità della vicenda legata al debito e alle deficienze sanitarie, l’inversione di tendenza sembra ormai consolidata. La filiera istituzionale che le opposizioni speravano fosse una liana destinata a spezzarsi, invece tiene.
Sulla vicenda è intervenuto a nome del Comitato San Timoteo l’ingegnere Nicola Felice, presidente del sodalizio, esprimendo una plauso alla svolta in corso sottolineando a questo punto la necessità di includere l’intervento nel Programma operativo sanitario 2025 – 2027.