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lunedì, Gennaio 13, 2025

Mobilitazione dei cittadini con la Fiaccolata della speranza. La diocesi di Trivento in attesa del suo Vescovo

TriventoMobilitazione dei cittadini con la Fiaccolata della speranza. La diocesi di Trivento in attesa del suo Vescovo

Mobilitazione dei cittadini con la Fiaccolata della speranza. La diocesi di Trivento in attesa del suo Vescovo. L’appuntamento per tutti i fedeli e cittadini è per il prossimo sabato 19 gennaio, con inizio alle ore 16.00 presso piazza Fontana a Trivento. La fiaccolata raggiungerà piazza Cattedrale dei Santi Nazario, Celso e Vittore. Ricordiamo che in data 7 dicembre 2024, il Papa Francesco ha nominato vescovo di Termoli – Larino l’attuale vescovo di Trivento, Claudio Palumbo, senza definire il futuro della Cattedra che è stata di San Casto.  Con amore e speranza – si riporta sul manifesto – il popolo di Dio della Chiesa che è a Trivento si riunisce in preghiera per invocare lo Spirito Santo, affinché doni presto un nuovo vescovo a questa diocesi antica e insigne. La luce del Cristo risorto simboleggiata dalle mille e mille fiaccole protese al cielo, illumini, non solo questa porzione di terra fecondata dal sangue del Protovescovo Casto, ma anche il Papa perché mandi presto a questa gente Santa il nuovo Pastore.

L’intera comunità diocesana si appresta a vivere un momento di profonda spiritualità e comunione – il comunicato stampa degli organizzatori –
attraverso una fiaccolata che illuminerà di mille e mille luci il cuore antico della città di Trivento.
Alle ore 16.00 di domenica 19 gennaio 2025, è previsto il raduno del popolo in piazza Fontana. Dalla Piazza principale della città si snoderà una fiaccolata che – ripercorrendo le orme della scia luminosa Di Santi Vescovi, che negli ultimi due millenni si sono succeduti sulla Cattedra di San Casto – arriverà Nella piazza della Cattedrale.
Raggiunto il sagrato della Cattedrale, il popolo cingerà in un unico, orante e filiale abbraccio il
complesso monumentale che ricomprende la Basilica Cattedrale dei Santi Nazario, Celso e Vittore e Il Palazzo dei Vescovi. Questo gesto dall’alta valenza simbolica scaturisce dall’amore e per l’amore della Madre Chiesa Triventina, che ci ha generato nella Fede del Cristo Risorto.
Le fiaccole, che squarceranno le incertezze e le paure della notte, vogliono essere per noi viandanti del terzo millennio testimonianza della nostra Speranza nel futuro. In questo Anno Giubilare della Speranza invochiamo i doni dello Spirito su questa porzione di Chiesa affinché, attraverso il Successore di Pietro, questo popolo santo sia confermato nella Fede con l’arrivo del nuovo Pastore. L’invito – chiude la nota stampa – a partecipare è rivolto a tutti i cittadini della Diocesi di Trivento.

Nel frattempo, è stata sottoscritta una lettera indirizzata al Santo Padre, che di seguito riportiamo integralmente: “Santità, gli estensori e firmatari della presente lettera sono tutti cristiani della diocesi di Trivento (CB) che, appartenente alla regione ecclesiastica Abruzzo-Molise, è costituita da ben 58 parrocchie raggruppate nelle 4 foranie di Trivento, Agnone, Carovilli e Frosolone, estese su 1.234 km² e poste tutte nelle aree interne delle province di Campobasso, Isernia e Chieti. Diverse le ipotesi sulla sua origine che risalirebbe per alcuni al I mentre per altri al IV o al X secolo. Con una genesi comunque molto antica ha avuto per le popolazioni di un territorio interno assai colpito dalla disoccupazione e dallo spopolamento un ruolo di grande spessore non solo sul piano ecclesiale e quindi spirituale, ma anche su quello sociale quando i fedeli erano colpiti duramente dalla miseria e dal fenomeno dell’emigrazione che talora isolava i membri delle famiglie quando addirittura non li separava definitivamente.  I vescovi e il clero, nell’assenza di un’efficiente classe dirigente, rappresentavano l’unico sostegno per cittadini che vivevano indigenza e abbandono. Oggi, Santità, tali problemi esistenziali si ripropongono con la mancanza di lavoro che sta portando tantissimi giovani a emigrare. Gli uffici diocesani e anche molte parrocchie riescono a coinvolgere i credenti in pregevoli attività di carattere spirituale, culturale, ma soprattutto a vivere la carità come condivisione e amore concreto per il prossimo. In questa diocesi c’è una Caritas molto attiva che si fa promotrice anche di ricerca e attività culturale. È stata la prima in Italia a fondare una Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico intitolata a Paolo Borsellino e ha due centri di ascolto a Trivento e Agnone che lavorano assiduamente per venire incontro alle esigenze di tanta parte della popolazione che vive in condizioni di gravi necessità economiche. È l’unica diocesi in Italia che sta portando avanti il Progetto Culturale CEI che favorisce il dialogo con la società civile, le altre confessioni religiose, il mondo della cultura e della politica, ponte tra la Chiesa e gli altri mondi.  Da anni con i vescovi Antonio Santucci, Domenico Scotti e Claudio Palumbo è nata e sta crescendo una Scuola di Teologia per laici con lo scopo di avvicinare sempre più la popolazione alla Parola di Dio, ma si è lavorato anche con fermezza per difendere i tanti diritti negati a quanti vivono sul territorio della diocesi e sono ormai privi di servizi essenziali erogati il più delle volte in maniera molto approssimata a partire dalla sanità fino alla scuola, alle infrastrutture o ai trasporti. Una Commissione Sinodale si è impegnata con responsabilità sul Sinodo della Chiesa da Lei voluto e sta lavorando al Cammino Sinodale della Chiesa italiana coinvolgendo per quanto possibile il laicato tutto della diocesi. Ogni comunità, anche piccola, oggi conserva il suo presbitero o parroco e la Chiesa continua ad essere un punto di riferimento essenziale per tutti. La sua nomina di Mons. Claudio Palumbo, attuale titolare della diocesi di Trivento (CB), a vescovo della sede di Termoli-Larino, senza quella contestuale del nuovo vescovo di Trivento, sta facendo insorgere tra i fedeli il timore che la nostra Chiesa locale possa diventare vacante. Auspichiamo una continuità per non disperdere irreparabilmente i tanti germi di spiritualità, di attenzione agli ultimi e ai poveri, di promozione sociale e umana, di sostegno a una popolazione sperduta e abbandonata dalle istituzioni, nonché di bontà tutti oggi presenti in questa realtà ecclesiale periferia delle periferie.  Il territorio delle aree interne su cui insiste la diocesi di Trivento ha ancora solo limitate figure di riferimento per la difesa di una qualità decente di vita per i propri abitanti che sono attualmente solo il vescovo, i parroci e gli amministratori locali. È per tale ragione che quanti come noi abitano in una delle comunità parrocchiali della diocesi chiedono che la stessa continui la sua esistenza plurisecolare avendo il suo vescovo come guida e coordinatore della vita ecclesiale, culturale e umana di una popolazione che in questo momento vive una situazione esistenziale davvero difficilissima. Siamo certi, Santità, che Ella vorrà accogliere la nostra richiesta e ci rendiamo ovviamente disponibili a incontrarla in qualsiasi momento vorrà convocarci per illustrarle eventualmente in maniera più articolata le esigenze dei fedeli. Se la Chiesa dev’essere sempre vicina agli ultimi, auspichiamo che anche in questa circostanza rimanga con amore accanto a una popolazione che in questo momento non può fare a meno della sua guida in parrocchie disseminate su un territorio montano dove le infrastrutture e i sistemi di comunicazione stradali e telematici hanno ancora grandi difficoltà. Non la tediamo oltre, Santità. Le chiediamo tote corde e per il bene della Chiesa come dei suoi fedeli di mantenere la nostra diocesi con un suo vescovo in grado di essere vicino ai bisogni della popolazione. Con deferenti ossequi”.

 

 

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