Se passasse il referendum, Isernia diventerebbe la periferia dell’Abruzzo, la provincia di Campobasso sarebbe condannata all’isolamento.
Il Partito democratico ha portato il tema all’attenzione dell’assemblea regionale che ha discusso la proposta di aggregare la provincia di Isernia all’Abruzzo, o comunque di considerare il distacco o la separazione dal Molise.
Una strada, è stato sottolineato da più parti, che condurrebbe allo sgretolamento della Regione Molise, la cui stessa esistenza verrebbe meno.
Una strada che però, almeno più di cinquemila residenti della provincia di Isernia vorrebbero provare a percorrere, dopo aver firmato di proprio pugno la proposta di far scegliere ai cittadini attraverso un referendum consultivo.
Pur esprimendo il massimo rispetto per lo strumento referendario, hanno sottolineato dal Pd, e cogliendo i segnali di un forte disagio provenienti dai sottoscrittori, va rimarcato che la scissione rischia di acuire i problemi invece di risolverli, sia dal punto di vista istituzionale e della presenza dello Stato, che da quello più semplicemente logistico ed economico.
La risposta politica che invece arriva dal Partito Democratico, va nella direzione di sostenere le parti più fragili della regione: le aree interne e quelle montane che chiedono azioni di sviluppo e di rilancio di settori strategici e la tutela dei diritti. Lavoro e ambiente, scuola e sanità pubblica, infrastrutture e trasporti e progetti rivolti ad un futuro fortemente unitario e non di uno smantellamento della regione.
Il problema hanno concluso dall’assemblea dei Dem, non è sui confini ma sulle battaglie da portare avanti sul territorio, insieme e con determinazione.
Isernia: il tema del referendum affrontato dal PD
