A Termoli la preghiera per la pace.
“All’alba di questo nuovo anno donato dal Padre celeste, tempo Giubilare dedicato alla speranza, rivolgo il mio più sincero augurio di pace ad ogni donna e uomo, in particolare a chi si sente prostrato dalla propria condizione esistenziale, condannato dai propri errori, schiacciato dal giudizio altrui e non riesce a scorgere più alcuna prospettiva per la propria vita. A tutti voi speranza e pace, perché questo è un Anno di Grazia, che proviene dal Cuore del Redentore!”
Papa Francesco messaggio pace 2025
Partendo da queste parole di Papa Francesco che danno inizio al messaggio per la pace 2025, si è svolta Sabato 25 Gennaio scorso: la Preghiera Diocesana per la Pace, promossa dalla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali, presieduta dal Vescovo, Mons. Gianfranco De Luca e ospitata dalla Parrocchia Gesù Crocifisso di Termoli.
“Rimetti a noi i nostri debiti: concedici la tua pace” è il tema che il Santo Padre consegna all’umanità per la 58ma giornata della pace. È l’invito a riflettere soprattutto attorno ai concetti di Speranza e di Perdono: una chiamata alla conversione volta non a condannare, ma a riconciliare e riappacificare.
Per papa Francesco è proprio la speranza, cuore dell’Anno Giubilare, la chiave di lettura per guardare alla realtà in modo nuovo in cui le ferite siano curate e ad ogni persona venga riconosciuta la propria dignità.
Per fare ciò, è necessario affidarsi alla misericordia di Dio. Confessandoci a Lui come debitori, ci riscopriremo tutti figli del Padre, e quindi tutti fratelli, uniti sul sentiero della pace.
(Più concretamente, poi, Papa Francesco, raccomanda tre azioni che possano realmente segnare un cammino di pace: il condono del debito internazionale; l’abolizione della pena di morte; la costituzione di un Fondo mondiale che elimini definitivamente la fame).
Tra canti, preghiere e letture tratte dal messaggio per la pace 2025, in molti, provenienti da diversi centri del territorio, tra parrocchie, associazioni, gruppi e singoli hanno preso parte a un momento di riflessione significativa che ha formato un grande abbraccio in un clima di accoglienza e gioia di stare insieme.
La presidente della Consulta diocesana delle Aggregazioni Laicali, Grazia Servillo, ha introdotto il percorso della preghiera che mettendo al centro il dono del per-dono si è snodato in tre momenti che hanno guidato la riflessione dell’assemblea:
Il Perdono – Il debito – Il disarmo del cuore.
Ha inoltre sottolineato come non è solo l’urgenza del momento che chiede di pregare incessantemente per la pace, ma è la consapevolezza che “Invocare la pace non è il facile e comodo atteggiamento di chi si disimpegna dinanzi alla storia, ma l’atto più rivoluzionario che la storia possa conoscere, poiché richiede il coraggio di disarmare i cuori da ogni forma di orgoglio e ricercare quella fraternità necessaria per costruire una umanità rinnovata”.
Il Vescovo mons. De Luca, commentando la pagina del Vangelo di Luca, proposto per domenica 26 Gennaio, ha sottolineato che nella vigilia della “Domenica della Parola di Dio” e in particolare in questo anno giubilare, viene chiesto ai credenti di rivolgersi ancora una volta al Signore e dire “Spero nella tua Parola”.
Ci viene chiesto di metterci in ascolto del Vangelo, perché ognuno di noi di “diventa ciò che ascolta”. Gesù nella sinagoga di Nazareth ci invita a riconoscere nella sua Parola la fonte della speranza per tutti: per i poveri, i prigionieri, i malati, gli oppressi, è lì il lieto annuncio che tutti noi attendiamo.
Il Vescovo ha più volte ripetuto come è la costruzione della pace interiore, l’accoglienza del messaggio evangelico, il disarmo del cuore genera percorsi di pace e diventa segno visibile di bene per credenti e non credenti.
Ed è proprio guardando alla pace interiore, alla misericordia capace di generare percorsi di rinascita si è aggiunta la testimonianza di grande perdono, della signora Caterina Dato, che ha vissuto il dolore più grande che una madre possa vivere.
Caterina, ormai ottantenne, ha raccontato come sia riuscita nel tempo a perdonare chi aveva privato suo giovane figlio della vita.
Con la voce rotta dall’emozione, Caterina ha reso partecipe tutti i presenti dei suoi pensieri più profondi, di come la fede in Gesù crocifisso, anche nei momenti più difficili, sia stata quella luce che non le ha permesso di essere inghiottita dal buio e dall’odio e come ha anche ricevuto la gioia di aver avuto l’altro figlio consacrato sacerdote.
La preghiera si è conclusa con le “invocazioni” per chiedere la pace sulle sofferenze dell’umanità tutta e riscoprire la gioia di costruire percorsi di pace nella consapevolezza che:
Un mondo più giusto e più umano ci attende e si realizzerà solo se vorremo accogliere i cambiamenti culturali e strutturali necessari, quando ci riconosceremo tutti figli di uno stesso Padre, tutti debitori, necessari gli uni agli altri, fratelli e sorelle.
Sono state raccolte offerte destinate all’emporio solidale Caritas “Ti Senghè” di Termoli che sostiene per le famiglie svantaggiate nella nostra diocesi.