La maxi inchiesta tra droga e rifiuti con 47 indagati tra la nostra regione e la Puglia ha scosso il Basso Molise. Il traffico illecito di rifiuti emerge imponente nelle carte dell’indagine.
Un vero e proprio sodalizio tra più imprese al quale sono contestati a vario titolo quelli che in gergo si definoscono reati ambientali ma non solo. Ci sono la falsità nei registri aziendali di carico e scarico rifiuti, lo sfruttamento della manodopera, la corruzione de4i pubblici ufficiali preposti al rilascio di attivi amministrativi, la turbata libertà degli incanti oltre all’emissione o utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Decine e decine di episodi, tra il 2019 e il 2021, sotto la lente degli investigatori, la direzione distrettuale antimafia indaga da tempo. Stando all’inchiesta per commettere attività illecite sarebbero state concesse regalie e mazzette che avrebbero agevolato il traffici illeciti di rifiuti. Il profitto e l’incremento del volume di affari obiettivi di questa associazione.
Imprese in sinergica collaborazione tra trasporto e smaltimento. Spesso operazioni che non venivano impresse su quei registri di carico e scarico. E le tonnellate in eccesso erano tantissime, anche il doppio del consentito.
C’erano anche rifiuti triturati in assenza di autorizzazione, molti, contenenti a quanto pare sostanze tossiche, non potevano essere ricevuti nell’impianto. E poi un ruolo centrale lo avrebbe rivestito quel flusso di rifiuti prodotti nella provincia di Foggia, nel 2021 la metà del totale arrivato in uno degli impianti del basso Molise. Per gli investigatori si rafforzavano così anche i rapporti commerciali.
Un’inchiesta in oltre 100 pagine, pedinamenti, ispezioni, intercettazioni. Contestata anche l’evasione fiscale.
E c’è chi tra gli indagati avrebbe reclutato anche manodopera extracomunitaria a basso costo, più e più volte. Per diminuire di fatto le spese e aumentare i profitti.
