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giovedì, Marzo 6, 2025

Mercoledì delle Ceneri, l’omelia dell’Arcivescovo di Campobasso-Bojano Biagio Colaianni

AttualitàMercoledì delle Ceneri, l'omelia dell'Arcivescovo di Campobasso-Bojano Biagio Colaianni

Riceviamo e pubblichiamo l’omelia dell’Arcivescovo di Campobasso -Bojano Biagio Colaianni in occasione della Santa Messa in Cattedrale, nel capoluogo, per la ricorrenza delle Ceneri.

“Con il Mercoledì delle Ceneri inizia il tempo di Quaresima, tempo per rinnovare l’alleanza con Dio e vivere in comunione con lui e i fratelli, tempo per ritornare a Dio con tutto il cuore e convertirsi. Un cammino che ci è proposto che va dalle ceneri sulla testa per ritrovare sé stessi, alla lavanda dei piedi con il grembiule del servizio verso chi è nel bisogno. Ci è dato un tempo per riordinare la mente, riorganizzare la vita per realizzare maggior bene per noi e per tutti. Si apre il tempo quaresimale per riconoscere le proprie fragilità e peccati, pentirsi, desiderare impegnarsi a cambiare: ” Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”.
Che bello che questo nostro profondo impegno faccia sì che Dio ci riconfermi nella sua misericordia e nel suo amore: ” Chissà che non cambi e si ravveda e lasci dietro a sé una benedizione”. Il frutto sarà la chiesa in comunione, un popolo che si raduna, vecchi e fanciulli, per rendere lode solenne al Signore.
La nostra conversione è il segno e la testimonianza che l’azione di Dio, la sua Grazia e il suo perdono sono efficaci. Il tempo sollecitato prima è ora, se apriamo il nostro cuore al cammino quaresimale.
Questo è il tempo, è il momento favorevole, non indugiamo o siamo incerti, “È Dio stesso che esorta”, ” Ecco ora il giorno della salvezza”. Accogliere oggi il Cristo morto per noi, è premessa per vivere la sua Pasqua di Risurrezione.
Il Vangelo ci invita a considerare come non c’è ricompensa nell’ostentazione, nella vanagloria spirituale, nell’auto esaltazione, ma la ricompensa è davanti a Dio, è da Dio che vede nel segreto, nell’intimo dei cuori e nell’anima di ognuno.
Il Signore ci invita ad essere fratelli nell’elemosina, cioè nel dare di noi stessi: denaro o altro, parte del nostro tempo per visitare, ascolto per condividere e consolare, perdono per reincontrare nella pace, mano tesa per sollevare dando speranza e fiducia.
Il rito delle ceneri ci ricorda quello che siamo, polvere, e che possiamo innalzarci al divino con la preghiera, che ci mette in costante sintonia e comunione con il cuore di Dio e ci fa riconoscere Cristo presente nel nostro vivere e agire. È la preghiera rivolta al Padre che crea unità e mi permette di riconoscere l’altro come suo figlio e mio fratello.
L’invito al digiuno ci indirizza alla carità e giustizia: “Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?” (Is.58,6- 7). Il digiuno ci richiama a ciò che è vero, che vale, all’essenziale, non solo a fare a meno del cibo per un corpo più bello e più sano, ma riconduce alla scoperta di sé stessi amati da Dio, colmi dello Spirito di Cristo e beneficiari della ricchezza di carismi e talenti che dona a ciascuno e a tutti.
Elemosina, preghiera e digiuno, mezzi straordinari per costruire il Regno di Dio e aprirci alla
comprensione del mistero della passione morte e resurrezione del Signore. Ritorniamo a Dio e lasciamoci incontrare e rinnovare dalla sua Misericordia!”

Mons. Biagio Colaianni
Arcivescovo Metropolita di Campobasso-Bojano

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