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domenica, Aprile 20, 2025

Pasqua, il messaggio dell’Arcivescovo Colaianni: “E’ risurrezione, rinascita, è dare vita più piena e bella a quella ordinaria”

AperturaPasqua, il messaggio dell'Arcivescovo Colaianni: "E' risurrezione, rinascita, è dare vita più piena e bella a quella ordinaria"

Riceviamo e pubblichiamo l’omelia dell’Arcivescovo di Campobasso-Bojano Biagio Colaianni in occasione della Santa Pasqua

“La Pasqua nella liturgia è il racconto della storia della salvezza iniziata con la creazione e che sarà compiuta nella vita eterna.
Avviene nella notte, al buio conseguenza della morte di Cristo che non è l’ultima parola per noi credenti, ci apriamo al cammino di questa veglia Pasquale per scoprire che Egli è risorto, perciò il fuoco, dal quale abbiamo acceso il cero pasquale che lo rende presente, perché illumini questa notte che diventa santa, disperda le tenebre e ci dia luce, ci faccia vedere e comprendere gli interventi di Dio nella storia dell’umanità e la sua misericordia, perdono di ogni colpa, dono della salvezza così come il Preconio ha cantato.
Le letture proclamate esplicitano ed esprimono la storia della salvezza, ne sono la testimonianza nella vita del popolo di Dio, di millenni e fino ad oggi. Infatti, la I lettura ricorda il dono della creazione che dobbiamo amare e rispettare perché ci dia sostentamento, vita salutare, e serenità per abitarla. La II lettura ascoltata ci dice che Dio è liberatore da ogni forma di schiavitù, conduce la storia, condanna e vince il male, a condizione che lo ascoltiamo obbedienti e seguiamo i suoi insegnamenti facendo la sua volontà. La III lettura mostra il Signore come nutrimento per chi è affamato e ha sete, lo cerca e lo invoca, ascolta i suoi pensieri e segue le sue vie, ci feconda con il suo amore e fa germogliare serena realizzazione di vita. La IV lettura ci invita a non sostituire Dio con gli idoli di ogni tipo siano essi cose o persone; perciò, ci rinnova interiormente con un cuore nuovo, capace di unità e comunione con tutti facendoci suo popolo, fa alleanza con noi nella quale ci custodisce e che costantemente rinnova con la sua misericordia.
Il tempo della nostra storia oggi, è parte dunque della storia della salvezza, siamo inseriti in essa per conoscere e accogliere Dio nella nostra vita, per riconoscerlo in essa presente come risorto, che opera a nostro favore e ci ha resi suoi figli appartenenti alla vita divina. Infatti, il battesimo di cui facciamo memoria nella liturgia e nella epistola proclamata ci dice che riceviamo la vita dello Spirito Santo, diventiamo uomini nuovi ‘viventi per Dio, in Cristo Gesù’, familiari di Dio e fratelli con tutte le donne e gli uomini della intera umanità.
Pasqua è risurrezione, rinascita, è dare vita più piena e bella a quella ordinaria, quotidiana, che viviamo in famiglia e nelle relazioni, nel lavoro sperando che si aprano a migliori prospettive di crescita e stabilità, nella salute perché la si possa curare e tutelare con più certezza e che le strutture, quindi, rispondano più celermente e migliorino nel servizio all’ammalato e ogni cittadino.
Dalle tante morti, per tante guerre, distruzione di abitazioni, privazione delle risorse di prima necessità, povertà e precarietà di vita la Risurrezione sia la Pace. Non da attendere sempre dagli altri, quasi miracolisticamente, ma sia frutto di volontà e fiducia attraverso il dialogo e trattative coraggiose e possibili che portino a scelte concrete di pacificazione in ogni contesto istituzionale, politico, sociale. Reclamare diritti, a volte presunti e univoci, che dice visioni diverse, non necessariamente siano contrapposte con prevaricazione, arroganza di aver ragione, prevenzione e chiusura verso l’altro. Nel significato della risurrezione e fraternità della Pasqua, la diversità può essere orientata alla conciliazione e cooperazione perché possa diventare ricchezza condivisa a beneficio di tutti.
Ogni persona di buona volontà è invitata a creare risurrezione, impegnando sé stessa contro la sfiducia, il pessimismo, il vittimismo, l’apatia, il sentirsi perdenti e sconfitti e far rinascere la vita, credendo che la vera risorsa del nostro territorio e delle nostre comunità siamo noi, se aperti alla speranza concreta di voler e poter cambiare le cose, anche se nel nostro piccolo e nelle situazioni che viviamo. Diamo spazio e forza alla nostra interiorità, religiosità, voglia di vivere, capacità di operare.
Anche i poveri attendono la risurrezione e cercano il Risorto che li risollevi dalle proprie angustie, la speranza è che ognuno di noi sia da loro incontrato come tale.
Dalla Pasqua risorga l’impeto del cuore e l’impegno generoso nel dare risposta ai nostri bisogni, ridiamo vigore e splendore alle belle persone che siamo, alle nostre famiglie, tante ancora capaci di unità e affetto reciproco, per testimoniare speranza di futuro ai bambini e accoglienza agli anziani.
La pietra è stata rimossa e il sepolcro è vuoto, ma per chi non sa vedere Gesù risorto tra noi, non è un vaneggiamento, siamo chiamati alla fede e allo stupore, ad annunciare la buona notizia che Cristo non è morto, ma è vivo e a scoprirlo e ritrovarlo non chissà dove lontano da noi, ma dentro di noi e nella storia fatta di situazioni e persone che, e con cui, abitiamo ogni giorno.”

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