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martedì, Aprile 22, 2025

Pensiero di don Benito Giorgetta a Papa Francesco

AperturaPensiero di don Benito Giorgetta a Papa Francesco


Riportiamo di seguito un pensiero personale scritto da don Benito Giorgetta a Papa Francesco.

“A papa Francesco

Fino alla fine in mezzo alla gente. Solo ieri al termine della benedizione “Urbi et orbi” in occasione della Pasqua ha chiesto di essere accompagnato in mezzo alla gente ed è arrivato in fondo a via della Conciliazione per salutare. Incontrare. Incrociare gli sguardi. Lui fragile, essenziale, ma presente. Fino in fondo ha voluto vivere la sua prossimità verso tutti. Senza risparmiarsi. Sembra che abbia fatto tutto con cura. Meticolosamente. Prima Santa Maria Maggiore, poi “Regina coeli, il Giovedì Santo, la Loggia centrale di san Pietro il giorno di Pasqua. Pastore con l’odore delle pecore.
La triste, inattesa anche se possibile notizia è giunta per bocca del cardinale Farrel: ” Alle 7,35 il vescovo di Roma è tornato alla casa del Padre”. Si è concluso il pellegrinaggio terreno di Jorge Mario Bergoglio per tutti familiarmente e semplicemente Francesco.
Chi scrive non si vergogna di testimoniare le proprie lacrime. Davvero è una perdita unica come unico è stato l’incontro e la conoscenza personale di un uomo di Dio che ha testimoniato con le armi dell’umiltà, della dedizione, del rispetto e dell’inclusione condite con i sentimenti della fraternità. Ho sperimentato personalmente e più volte, in udienze private che duravano anche oltre le due ore, la sua paternità, la cordialità e la gioia di donarsi. Il fatto di avere un Papa per amico, che ti conosce personalmente, che ti chiama a telefono anche solo per chiederti se hai ricevuto i libri che ha avuto la compiacenza di spedirti, che ti scrivi di pugno per dirti che per ora ti invia duecento corone e che le rimanenti al più presto arriveranno, ti fa capire quanto alta e sensibile fosse la sua umanità.
Non manca solo il Papa, manca un Padre, manca un amico. Il dispiacere non è dato solo dal fatto che per un credente è forte il legame con il vescovo di Roma, a questo si aggiunge, il coinvolgimento personale per il rapporto condiviso.
Dopo Pasqua gli avrei scritto per salutarlo, per chiedergli se poteva ancora una volta ricevermi per parlargli della prossima ricorrenza timoteana giacché saranno 80 anni che è stato ritrovato il suo corpo (11 maggio 1945) e chiedergli uno speciale messaggio come spesso ha fatto. Ora ce lo invierà dal cielo.
Grazie santo Padre. Un grazie sentito, cordiale, filiale e riconoscente e come ho sempre fatto ogni volta che lo salutavo di persona sussurrandoglielo all’orecchio, oppure al termine di ogni mail ripeto con voce commosso e tremula: ”TI VOGLIO BENE”

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