Il vento dei dazi soffia dall’America e arriva fino al cuore dell’Italia industriale. Dopo l’annuncio delle misure di Trump, Stellantis ha deciso di fermare almeno per il momento le fabbriche di produzione auto in Messico e Canada. 9mila lavoratori a casa.
Una decisione che ha avuto ripercussioni anche in Italia, in particolare a Termoli, dove si producono i motori destinati a quei veicoli. Il calo della domanda coinvolge circa 500 lavoratori.
Resta la piaga della cassa integrazione, l’incertezza sul futuro dei lavoratori e della fabbrica di Termoli. A giugno, ACC sarà chiamata a sciogliere ogni riserva e chiarire definitivamente quale sarà il destino dello stabilimento, simbolo di un’intera comunità in attesa di risposte.
L’industria automobilistica europea, e in particolare quella italiana, in lotta per la sopravvivenza, stretta tra le politiche europee sull’elettrificazione, ritenute poco chiare, e le misure protezioniste degli Stati Uniti che per le forze sindacali preoccupano e penalizzano la competitività del settore.
A livello nazionale servono interventi urgenti su energia e ammortizzatori sociali: l’energia costa troppo rispetto ai concorrenti e serve una riforma che tuteli i lavoratori senza gravare sulle imprese. Va penalizzato chi chiude e licenzia, aiutato chi prova a resistere. Serve anche una norma che renda accessibili tutte le auto aziendali ibride.