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mercoledì, Febbraio 5, 2025

Linea Campobasso – Roma. La ferrovia del disagio

RegioneLinea Campobasso - Roma. La ferrovia del disagio

La linea ferroviaria Campobasso-Roma era nata per il trasporto delle merci. Oggi, con tutti i disagi con i quali i pendolari sono costretti a convivere, non sembra essere cambiato nulla. L’elenco sarebbe spropositato, ma vale la pena ricordare i più comuni: i biglietti acquistati a Campobasso sono controllati fino a Venafro e da Cassino in poi regna il caos con le scene di assalto al treno con sardine umane annesse; all’arrivo alla stazione Termini, il treno si ferma al binario 22/bis che si trova a 200 metri dall’ingresso dello scalo romano; i treni in partenza da e per la Capitale aprono le porte dieci minuti prima della partenza (caso unico in Italia) e la calca è assicurata ancor prima di partire; i convogli in partenza dalla stazione Termini (in particolare quelli delle 19:02 e alle 20:08) arrivano nel capoluogo molisano in perenne ritardo sulla tabella di marcia perché costretti ad accodarsi ai treni locali, i quali sono a loro volta in ritardo.

È evidente che la qualità del servizio lascia a desiderare. E allora proviamo a ricercarne i motivi. Chi decide quale servizio offrire agli utenti è la Regione che stabilisce il numero di corse, le fermate dei treni, quante carrozze e quanti posti devono avere e persino quanto devono essere vecchi i locomotori. Trenitalia, a sua volta, presenta un “listino prezzi”, documentando i costi in modo analitico e i miglioramenti di efficienza che saranno realizzati nel corso del contratto. Poi tocca alla Regione decidere in base alle sue disponibilità finanziarie. Trenitalia, dal canto suo, per ogni passeggero che si muove per un chilometro, incassa 12,9 centesimi di euro, di cui 3,68 è la media di biglietti e abbonamenti e 9,23 sono contributi della Regione. Il ricavo dell’azienda include anche l’ammortamento (la perdita di valore economico nel tempo) dei treni. Questo spiegherebbe i circa 20 anni di età media dei locomotori e la relativa qualità del servizio. Chissà se il prossimo contratto di servizio da ridiscutere in questi mesi, come annunciato a suo tempo dall’assessore regionale Velardi, basterà a tamponare una situazione al limite dell’umana sopportazione.

Antonio Di Monaco

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