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sabato, Settembre 21, 2024

Ospedale San Timoteo, lo strano caso degli ausiliari, pianta organica completa, ma nei reparti mancano

EvidenzaOspedale San Timoteo, lo strano caso degli ausiliari, pianta organica completa, ma nei reparti mancano

Michele Mignogna

La sanità molisana negli ultimi anni ci ha abituato un po’ a tutto, dagli assenteisti agli imbroglioni di varia fattura, ma il caso degli ausiliari al San Timoteo di Termoli ha del paradossale, ma andiamo con ordine. Gli ausiliari, quelli che una volta erano chiamati “portantini” nei reparti si occupano di tutte quelle mansioni che non toccano gli infermieri, dalle pulizie, alle consegne dei referti nei vari reparti, fino all’accompagnamento dei pazienti in giro per i vari laboratori per gli accertamenti, ebbene al San Timoteo, pur essendo completi in pianta organica, nei reparti spesso e volentieri c’è un solo ausiliario anche per settanta posti letto, e deve sbrigare il lavoro che in base al contratto e alle leggi nazionali, dovrebbero svolgere almeno in tre, in altre parole, ci vogliono tre ausiliari per reparto, mentre oggi, ogni piano ha un solo ausiliario che deve lavorare in tre reparti contemporaneamente, ma perché succede tutto questo? Semplice, la maggior parte degli ausiliari diventa personale amministrativo, andando anche contro quelle che sono le regole, l’ultimo in ordine di tempo è il caso di un ausiliario che è diventato autista, considerando che anche in questo caso la pianta organica degli autisti dell’ospedale adriatico è al completo. Come ci riescono? Semplice, basta una denuncia per un motivo qualsiasi contro l’amministrazione sanitaria e per chiudere la bocca ti fanno diventare amministrativo, poi però succede che se c’è qualcuno che ha problemi di salute, e non ce la fa nemmeno a trascinare se stesso, figuriamoci se può spingere un letto dal reparto alla radiologia mettiamo, che non è preso nemmeno in considerazione e deve continuare a fare quel lavoro, oppure, mettersi in malattia perché proprio non ce la fa a fare quel lavoro. Poi però c’è anche chi, ha problemi alla vista certificati dalla stessa ASREM e lavora ai terminali o del CUP o di altri reparti.

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