La Soprintendenza al centro del mirino dei 250 residenti di contrada Macerone, tagliati fuori dal collegamento diretto con Isernia a causa della frana sulla statale 17 che ha bloccato la strada dall’aprile scorso.
Tutti gli enti sono d’accordo a iniziare al più presto i lavori di recupero, mancherebbe ancora solo il parere della Soprintendenza, essenziale perchè la zona è sottoposta a vincolo paesaggistico e se non arriva quel parere resta tutto fermo.
Per questo i residenti prima si sono rivolti al Ministro Lupi e ora minacciano di ricorrere direttamente al procuratore Albano se non si interverrà al più presto.
Una risposta entro una settimana o partirà l’esposto in Procura. Questo l’ultimatum lanciato a Provincia, Comune e soprattutto alla Soprintendenza. L’estate ormai è agli sgoccioli e il timore dei residenti è quello di dover far fronte all’emergenza anche in pieno inverno. Per questo una soluzione va trovata. E in tempi stretti. Due, al momento, le alternative possibili.
La prima soluzione è quella formulata dalla Provincia. Che ha proposto la realizzazione di una bretella per bypassare la frana. Il Comune di Isernia, invece, pensa che la soluzione migliore, almeno per tamponare l’emergenza, sia la riattivazione della vecchia Statale 17, che però è sottoposta a vincolo paesaggistico. Sia la Provincia che il Comune si sono mostrati sensibili. Ma entrambi gli enti stanno ancora aspettando il parere della Soprintendenza.
Se i lavori non partono subito, con l’arrivo della stagione autunnale, i disagi saranno inevitabilmente maggiori. Certo, visto il momento di crisi, reperire i fondi necessari è parecchio complicato, ma la sicurezza degli automobilisti va garantita. L’interruzione sulla statale 17 costringe i mezzi a transitare su strade di campagna prive delle necessarie forme di sicurezza ad elevato rischio incidenti e con notevoli disagi per un eventuale transito di mezzi d’emergenza e di primo soccorso. E il passaggio su stradine di campagna diventa naturalmente più pericoloso nei giorni di pioggia. Problemi poi si stanno registrando da aprile anche per i mezzi pesanti che ogni giorno devono raggiungere la discarica di Tufo Colonoco. Sono costretti ad allungare di parecchi chilometri il percorso con costi ingenti per i Comuni della provincia.