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venerdì, Dicembre 27, 2024

Commissione anti corruzione: minacce di morte al presidente Musacchio. Molte le piste, da quella malavitosa al gesto di un mitomane

AperturaCommissione anti corruzione: minacce di morte al presidente Musacchio. Molte le piste, da quella malavitosa al gesto di un mitomane

di PASQUALE DI BELLO

Vincenzo Musacchio, presidente della Commissione regionale anticorruzione, ha ricevuto in puro stile mafioso una minaccia di morte per sé e la propria famiglia. Un campanello d’allarme inquietante che deve far riflettere inquirenti, forze dell’ordine, politica e società civile. Sul tavolo più ipotesi, compresa quella del gesto di un mitomane.

C’era da aspettarselo, e di certo lui se l’aspettava. Un avvertimento in puro stile mafioso, una minaccia vera e propria, una promessa di finire sotto qualche badilata di terra: è quanto giunto col servizio postale a Vincenzo Musacchio, presidente del Co. re. a. la Commissione regionale anti corruzione. Musacchio, nel senso più positivo del termine, è un seganervi, uno spaccamaroni, un gatto – per dirla alla fiorentina – attaccato ai coglioni, insomma: uno che non molla la presa. E fa bene. Di prese, e altrettante prese di posizione, Musacchio ne ha avute diverse e dure. Ultime, in ordine temporale, quella sulle spese folli dei gruppi regionali e sulle altrettanto folli indennità che si sono attribuiti lorsignori consiglieri regionali.

Gli hanno scritto, su un foglio a quadretti, in stampatello e con grafia finto-analfabeta, una letterina partita da Bari: “3° AVVERTIMENTO ULTIMO! SE CONTINUI A PARLARE FINISCI SOTTO TERRA! HAI TOCCATO LE PERSONE SBAGLIATE. STAI ATTENTO ALLA TUA FAMIGLIA. N.C.O.”. Supponiamo che N.C.O. stia per Nuova camorra organizzata, l’associazione malavitosa di cutoliana memoria. Oppure, in alternativa, per Nuovi coglioni organizzati, perché delle due l’una: o la minaccia è reale o si tratta di una bravata di pessimo gusto. Nel primo caso dovremmo difenderci dai banditi, nel secondo dagli imbecilli, e non sappiamo cosa è peggio: se difendersi dalle zanne delle belve o dalla bava degli sciacalli. Non è da escludere, infatti, il gesto di un mitomane.

Ad ogni modo la guardia va tenuta alta, da un lato dalle forze dell’ordine ma dall’altra, la guardia principale è quella della società, del tessuto sano di questa regione, il Molise, che viene spesso contrabbandata per un’isola felice. Non è così: la monnezza gira anche da noi e va estirpata a malomodo. Delinquentoni camuffati da gente normale da tempo lasciano le proprie impronte digitali sul nostro territorio, gentaglia di pessima grana, tagliagole che appestano il Molise nei settori più svariati degli affari loschi, dell’usura, della droga, del racket e delle estorsioni. La minaccia arrivata a Musacchio è solo la punta di un iceberg che o verrà distrutto subito o rischierà di farci fare la fine del Titanic.

 

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