di Antonio Di Monaco
Costretto da un malore a recarsi al Pronto soccorso del Cardarelli, il sindaco di Campobasso, Gino Di Bartolomeo, ha preso coscienza di una realtà durissima per pazienti e medici, entrambi messi a dura prova dai tagli alla Sanità
«Trovarsi al Pronto Soccorso con un solo medico, che deve fronteggiare ogni tipo di emergenza nelle ore notturne, è una situazione indicibile e imbarazzante». Parole, musica ed esperienza diretta del sindaco di Campobasso, Luigi Di Bartolomeo, che ha potuto toccare con mano l’emergenza con cui devono fare i conti ogni giorno medici e pazienti. Una struttura, come ha ricordato lui stesso, che conta circa 40mila accessi all’anno. E, appunto, non ha potuto tacere: «Non è possibile accettare il silenzio in tale contesto. Un medico – ha aggiunto – è chiamato a salvare vite umane e per questo deve mantenere una concentrazione elevatissima che non può garantire da solo e per dodici ore consecutive. E’ illogico e irrazionale».
Il primo cittadino, poi, ha voluto ringraziare proprio chi cerca di garantire il servizio tra mille difficoltà: «A questi medici, agli infermieri e a tutto il personale – ha raccontato – va tutto il mio ringraziamento e quello di tutte le persone che, avvalendosi dell’impegno di questi operatori, hanno trovato risposte adeguate per risolvere o, quantomeno, alleviare i propri dolori. Ambienti architettonicamente belli – ha sottolineato – ma inadeguati per la mole degli utenti che, a volte, resta per giorni in attesa di un letto».
Una situazione diventata ormai non più tollerabile e per la quale il sindaco ha lanciato un appello: «Gli addetti ai lavori, i vari direttori dipartimentali, ospedalieri, sanitari, aziendali, fino ai massimi livelli della politica regionale, devono porre rimedio al più presto, con un intervento risolutivo, per evitare il peggio». Sperando che già ora non sia troppo tardi.