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giovedì, Dicembre 26, 2024

Molise al voto. Gli strani rapporti tra Governo e Consiglio di Stato, ecco perché la Cancellieri poteva sapere. Nell’Esecutivo quattro componenti di Palazzo Spada

AperturaMolise al voto. Gli strani rapporti tra Governo e Consiglio di Stato, ecco perché la Cancellieri poteva sapere. Nell'Esecutivo quattro componenti di Palazzo Spada

Le affermazioni del ministro dell’Interno Cancellieri sulle possibili elezioni anticipate in Molise potrebbero avere una spiegazione. Sono ben quattro le figure che, a vario titolo, hanno a che fare sia con il Governo Monti sia con il Consiglio di Stato. Tra essi il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, e il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, entrambi presidenti fuori ruolo di sezione del Consiglio di Stato. Con loro, nell’organico dell’Esecutivo, anche Claudio Zucchelli, presidente di Sezione a Palazzo Spada e attualmente anche Capo dipartimento degli affari giuridici e amministrativi della Presidenza del Consiglio, e Sergio De Felice, Consigliere e presidente facente funzione di Sezione al Consiglio di Stato. Contiguità, quelle tra Governo e Consiglio di Stato, che potrebbero stare dietro alle parole del minstro Cancellieri.

Il Molise è in fibrillazione e tutti gli attori politici, di maggioranza e di opposizione, si chiedono: come poteva sapere il ministro? Il riferimento è ad Anna Maria Cancellieri, ministro dell’Interno, che a Urbino, nel corso di un incontro all’università, così si è espressa: “E non dimentichiamoci che fra un po’ c’è anche il Molise”. Il riferimento fatto da Cancellieri è al turno di elezioni regionali anticipate verso il quale vanno il Lazio (con certezza) e la Lombardia (perché tali sono le volontà politiche dichiarate) e a cui il ministro ha aggiunto anche il Molise. Perché lo ha fatto e come poteva sapere? Perché lo abbia fatto appare evidente: e stata una gaffe imperdonabile, la classica buccia di banana sulla quale Cancellieri è scivolata e nulla più. Quindi nessuna deliberata volontà di rivelare all’esterno notizie delle quali probabilmente il ministro dispone. Probabilità altissima.

Per capirlo è necessario rispondere alla seconda domanda che ci siamo posti: come poteva sapere? La spiegazione è tutta interna al governo Monti e al suo altissimo tasso di contiguità col Consiglio di Stato. Una vera e propria osmosi a dispetto di quello che dovrebbe essere un principio cardine degli stati moderni, quello della separazione dei poteri. I punti di contatto tra potere esecutivo e potere giudiziario in questo caso sono almeno quattro e ad altissimo livello. Siedono nel governo Monti, e quindi colleghi di Anna Maria Cancellieri, un ministro e un sottosegretario che sono ad oggi (e a pieno titolo) presidenti fuori ruolo di Sezione del Consiglio di Stato. Si tratta di Antonio Catricalà, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (in pratica il braccio destro di Monti) e Filippo Patroni Griffi, ministro della Pubblica amministrazione. Un gradino più sotto, ma sempre organici all’esecutivo Monti, stanno Claudio Zucchelli, presidente di Sezione a Palazzo Spada e attualmente anche Capo dipartimento degli affari giuridici e amministrativi della Presidenza del Consiglio, e Sergio De Felice, Consigliere e presidente facente funzione di Sezione al Consiglio di Stato. Quest’ultimo, in particolare, lo scorso 9 ottobre (quindi soltanto sei giorni prima dell’udienza dedicata al Molise), era a palazzo Spada nella vesta di Consigliere della IV sezione del Consiglio di Stato (sentenza n. 00300/2006 depositata il 24.10.2012).

Qual è la conclusione, se una conclusione ci può essere? Intanto una prima considerazione: un governo che mescola potere esecutivo e potere giudiziario è un governo che rende un pessimo servizio al proprio Paese. Se lo hanno fatto, si obietterà, è perché si poteva fare ma questo, senza esitazione, è un ragionamento che va respinto subito al mittente. A ben vedere è lo stesso ragionamento che fanno alla Regione Lazio per giustificare le spese e i contributi folli ai Gruppi regionali. Il fatto che si possa fare non vuol dire che sia opportuno farlo. La seconda considerazione, invece, è di ordine deduttivo. Agata Christie fa dire spesso a Poirot che : “una coincidenza è una coincidenza; due coincidenze sono un indizio; tre coincidenze rassomigliano ad una prova”. Qui le coincidenze sono quattro, Catricalà, Patroni Griffi, Zucchelli e De Felice e forse, più che ad assomigliare a una prova, una prova in sé lo sono già. Quella delle connessioni tra il Governo della Repubblica e il Consiglio di Stato. Il resto lo lasciamo alla interpretazione dei lettori e alle parole del divo Giulio (Andreotti): “A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”.

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