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domenica, Dicembre 22, 2024

Cronaca di una giornata surreale. Il Consiglio regionale come il Luna Park: dagli autogol dei grillini alle comiche dell’opposizione

AperturaCronaca di una giornata surreale. Il Consiglio regionale come il Luna Park: dagli autogol dei grillini alle comiche dell’opposizione

di PASQUALE DI BELLO

Va in scena al Consiglio regionale del Molise una giornata surreale nella quale si susseguono battibecchi, gaffe ed errori. I grillini presentano un ordine del giorno sull’affaire Termoli Jet e poi lo ritirano, palesando così tutta la loro inesperienza. L’opposizione di centrodestra, invece, attacca Frattura ma rimedia una sonora legnata e una figuraccia.

La notizia, apparsa alcuni giorni fa sui quotidiani della Capitale, ha scatenato l’euforia dei bambini (e non solo) di tutta Roma: riapre il Luneur, il celeberrimo Luna Park posto nel fascistissimo quartiere dell’Eur. Se Roma ride e si sollazza, il Molise non è certo da meno. Anche noi abbiamo il nostro Luna Park: si trova nel medesimo stabile dove ha sede il Consiglio regionale del Molise: palazzo Moffa, come con ridondante espressione viene chiamato un anonimo condominio assurto a sede istituzionale.

Che fossimo al Luna Park, invece che in Consiglio regionale, ce ne siamo persuasi ieri pomeriggio allorquando c’è toccato di assistere ad una sessione a dir poco lunare e stravagante di quella che dovrebbe essere l’assemblea legislativa destinata a segnare le sorti del popolo molisano e che, invece, ci è parsa un’accademia del cinema comico con professori tali da far impallidire i fratelli Marx.

Eppure la giornata era cominciata in maniera serissima, con un ordine del giorno presentato dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle teso a impegnare la Regione nella costituzione di parte civile nel processo Termoli Jet (una minchioneria della passata amministrazione regionale costata ai molisani oltre otto milioni di euro) al via il prossimo 27 settembre dinanzi al Tribunale di Campobasso. Il processo, che vede alla sbarra numerosi politici regionali tra cui l’ex governatore Michele Iorio, è una sorta di monumento allo sperpero di denaro pubblico. Da qui, al fine di garantirsi sin da subito una strada spianata verso il risarcimento danni, l’iniziativa dei grillini tesa ad impegnare il presidente della Regione e la sua giunta. Una questione che, oltre alla stretta contabilità finanziaria, presenta profili di una pesantissima contabilità politica il cui conto, mai come in questa circostanza, può essere addebitato al governo regionale passato. Un’occasione ghiottissima per Frattura e i suoi di presentare un salatissimo papiello a Michele Iorio. Occasione che ieri, in Consiglio regionale, poteva beneficiare di un gustosissimo antipasto servito proprio dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle. Peccato che proprio questi ultimi, complice l’inesperienza, abbiano fatto in modo che svanisse.

Vediamo di spiegarci. La proposta dei grillini è calata in aula come una gigantesca cataratta alla cui oscurità è seguita la reazione scomposta, agitata e goffa di numerosi consiglieri regionali. Il primo siparietto lo hanno offerto l’abbronzatissimo consigliere dell’Udc, Giuseppe Sabusco (detto Pippo), e la glaciale Angela Fusco del Pdl. Il primo si è lasciato scappare qualche sorrisetto di troppo all’indirizzo della seconda considerandola, a torto, coinvolta nella vicenda. Fusco, con Termoli Jet, non c’entra un fico secco e l’immarcescibile consigliera regionale, nel corso di un grottesco battibecco, lo ha fatto capire allo sprovveduto collega ringhiandogli contro parole sdegnate e risentite. Ma la comica, quella vera, non è questa. Ci dispiace dirlo (perché abbiamo simpatia e stima per i due) ma lo sketch più gustoso di questa prima parte dei lavori lo hanno offerto i grillini. Frattura, intervenuto sulla vicenda facendo capire come l’orientamento della giunta sia quello della costituzione, ha messo a Federico e Manzo il pallone sul dischetto del rigore e ha tolto di mezzo anche il portiere: ai due non restava che calciare e fare goal. E invece … invece no. Approfondiamo: Frattura aveva ben inteso, nel corso della discussione, che tra i suoi e tra gli altri (la pseudo opposizione) vi era qualche furbastro che di costituirsi parte civile contro gli ex e potentissimi amministratori proprio non ne voleva sapere. Quindi, dopo aver accolto la richiesta di un approfondimento sui temi avanzata da Angela Fusco, ha proposto comunque l’iscrizione dell’ordine del giorno nei lavori del Consiglio, salvo differire la discussione alla seduta successiva dell’assemblea per consentire a chi volesse gli approfondimenti del caso. Lui, Frattura, sul tema le idee le ha chiare, non a caso alcuni mesi fa, proprio al Giornale del Molise, ha dichiarato l’intenzione di costituirsi parte civile nel procedimento in questione. La votazione sull’iscrizione o meno dell’ordine del giorno nei lavori in corso serviva a Frattura per stanare quei tanti furbacchioni che predicano bene e razzolano male. Votare avrebbe messo alle corde i teologi del tartufismo, quelli, per capirci, abituati ad agire nel sottosuolo e nell’ombra. Invece, quando sembrava cosa fatta, c’è stato il colpo di scena. I rappresentanti del Movimento 5 Stelle, ritenuta soddisfacente la presa di posizione di Frattura (orientato chiaramente verso la costituzione alla prima udienza) hanno maldestramente ritirato l’ordine del giorno, con gande sollievo di tutti coloro che, dinanzi ad una votazione, non sapevano più che pesci pigliare. Del resto, Iorio e molti ex assessori, possono contare su amicizie sia nell’attuale maggioranza che nell’attuale opposizione. E questo, per tornare all’introduzione del pezzo, è il primo giro che ci siamo fatti al Luna Park regionale. I 5 Stelle, pur capaci e volenterosi, pagano l’inesperienza di chi, senza aver mai fatto nemmeno un’ora da consigliere comunale, si ritrova catapultato nella massima istituzione regionale.

Detto del primo, passiamo al secondo giro di giostra. Ancora più esilarante del precedente. A firma dei consiglieri Romagnuolo, Micone, Fusco, Sabusco e Cavaliere si è discussa di una mozione che, partendo da un articolo di Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, intendeva mettere Frattura sulla graticola. In pratica al governatore sono state contestate varie questioni, dalla nomina del Capo di gabinetto della giunta all’attribuzione di una carta di credito all’addetto stampa presidenziale. Questioni alle quali Frattura ha risposto per le rime: all’attacco sferrato con l’arco e le frecce, lui ha replicato a cannonate e, punto per punto, ha smontato le accuse risibili di un’opposizione “i cui metodi – ha detto Frattura – ricordano quelli già utilizzati da qualcuno poi bocciato dagli elettori”. Anche qui la vicenda di è chiusa con un colpo di teatro, o meglio di avanspettacolo. Alle dichiarazioni di Frattura ha fatto eco immediatamente l’abbronzatissimo Sabusco (detto Pippo) che, scambiando probabilmente lo strumento della mozione per un’interrogazione, si è dichiarato “soddisfatto”. Degli altri: Micone non era presente alla seduta e Cavaliere, vista la mala parata, si è defilato. In aula è rimasta solo Angela Fusco o, probabilmente, quella che deve essere stata la sua sagoma di cartone. Al momento del voto, infatti, Fusco (o la sua sagoma) non hanno manifestato alcun cenno di vita. Alla richiesta del presidente Niro hanno votato contro la mozione gli esponenti della maggioranza, l’unico voto a favore è venuto da Romagnuolo mentre Frattura (la questione lo riguardava direttamente), Sabusco, Federico e Manzo si sono astenuti. Il voto di Angela Fusco, come la temperatura di Bolzano nelle vecchie previsioni del tempo, non è pervenuto ma il presidente del Consiglio Niro, che è uomo previdente, è già corso ai ripari. Da qui in avanti, quando sarà il momento della conta, conteggerà quattro forme di voto: favorevoli, contrari, astenuti e fusco, comprendendo in quest’ultima categoria coloro che pur sedendo in aula si trovano nell’orbita di Plutone.

La cronaca finisce qui, salvo aggiungere che per farci assistere a questo teatrino, questi teatranti guadagnano migliaia e migliaia di euro al mese: un po’ troppo per uno spettacolo comico chiamato Consiglio regionale.

 

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