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giovedì, Dicembre 26, 2024

Molise civile e Udc affondano Iorio. Annullate le elezioni regionali, si torna al voto a febbraio

AperturaMolise civile e Udc affondano Iorio. Annullate le elezioni regionali, si torna al voto a febbraio

Il Consiglio di Stato ha confermato l’annullamento delle elezioni regionali dell’ottobre 2011. I magistrati di palazzo Spada, come il Tar Molise, hanno sancito che le liste di Molise civile e Udc non avrebbero dovuto essere ammesse all’ultima competizione elettorale. Entrambe, per motivi differenti, non hanno raccolto le necessarie sottoscrizioni per la presentazione dei candidati. Un vizio che ha alterato in maniera significativa l’esito della consultazione che quindi è da ripetere. Quella che si profila all’orizzonte è una campagna elettorale aspra, dagli esiti incerti e che potrebbe presentare sorprese tanto nel centrodestra quanto nel centrosinistra. Al momento, tuttavia, i contendenti restano Iorio e Frattura con l’aggiunta del movimento 5 Stelle.

L’inesorabile legge del contrappasso ha segnato, in maniera probabilmente irreversibile, la storia politica di Michele Iorio. Chi di formalismo ferisce di formalismo perisce, cosi potremmo sintetizzare richiamando alla memoria il precedente Iorio-Di Stasi del 2001 che, proprio per analoghi vizi formali, portò l’attuale presidente della regione alla ripetizione (e alla vittoria) delle elezioni nei confronti di Giovanni Di Stasi che se le era aggiudicate nel 2000. Quella del governatore del Molise è oggi una parabola politico-istituzionale che si avvia ad uno show-down dagli esiti imprevedibili. Il Consiglio di Stato, con la sentenza resa e depositata a seguito dell’udienza celebrata lo scorso 16 ottobre nella meravigliosa cornice di Palazzo Spada a Roma, ha confermato l’annullamento delle elezioni regionali del Molise sancito dal Tar il 17 maggio di quest’anno a seguito del ricorso presentato da un gruppo di sostenitori di Paolo Di Laura Frattura. I magistrati hanno accolto in pieno, riconfermandole, tutte le motivazioni espresse dai magistrati di prima istanza relativamente alla inammissibilità delle liste di Molise civile e Udc alla competizione elettorale del 16 e 17 ottobre 2011. Entrambe le liste, secondo il Tar e secondo la conferma espressa dal Consiglio di Stato, erano da escludere perché presentate senza il necessario numero di sottoscrittori che la legge fissa in mille cittadini. La loro presenza nella competizione, scrivono i giudici di Palazzo Spada con lapidaria freddezza, “a fronte di uno scarto tra i due schieramenti, nell’elezione diretta del Presidente della Regione, di appena 948 voti, si deve convenire sulla turbativa suscitata dall’illegittima ammissione delle due liste sopra indicate [Molise civile e Udc ndr.], collegate al vincitore, che nel loro complesso hanno raccolto rispettivamente 7108 e 9057 voti”.  Proseguono i giudici sottolineando come l’ammissione illegittima delle due liste abbia “alterato in maniera significativa l’esito della consultazione” e che essendo “i voti complessivamente raccolti da queste sono stati superiori di circa 16 volte al divario registrato tra i due candidati alla presidenza, si imponga il fondato sospetto che l’esito della consultazione in assenza delle medesime liste avrebbe potuto essere diverso”.

Non ci sono dubbi quindi, secondo Tar e Consiglio di Stato: le elezioni sono da annullare e da ripetere, poiché viziate ab origine e irrimediabilmente dalla presenza di due liste che dovevano stare fuori e che, invece, si sono ritrovate dento. I giudici di palazzo Spada, nelle trentasei pagine di una articolatissima sentenza che richiama l’ampia giurisprudenza in materia del Consiglio di Stato, smontano pezzo dopo pezzo le argomentazioni presentate in appello dal collegio di avvocati che ha assistito Michele Iorio, riconfermando invece puntualmente le obiezioni presentate in primo grado e ribadite in appello dai legali di Paolo Frattura. Su un solo punto i giudici di seconda istanza hanno dato ragione agli appellanti, quello della irregolare autentica dell’accettazione di candidatura da parte di Nico Romagnuolo di Molise civile, irregolarità ampiamente sanata dal complesso degli atti che l’accompagnano e che ne dimostrano l’autenticità.

Insieme a Iorio, che ne paga oggi le conseguenze, dalla vicenda escono malconci i rappresentati sia di Molise civile che dell’Udc ai quali va attribuita, sentenza alla mano, una maldestra organizzazione in sede di raccolta delle firme e presentazione delle liste. Alla prima vengono contestate 23 firme doppi, 17 prive di autentica e 4 basate su un documento di identità inidoneo; contestazioni che fanno scendere le firme presentate da 1038 a 994. Alla lista dell’Udc, invece, viene contestata la raccolta irregolare di firme, non essendovi la prova (ed essendovi il sospetto del contrario) che le sottoscrizioni siano avvenute nelle forme di legge, ovvero su moduli recanti sia il contrassegno di lista sia l’elenco dei candidati. In pratica, secondo Tar e Consiglio di Stato, vi sarebbe stata una sorta di raccolta in bianco delle firme. In termini pratici, questo significa che dalle 1364 sottoscrizioni presentate dall’Udc ne vanno detratte ben 803.

La vicenda, tecnicamente e in breve, è quella che abbiamo descritto. Ora si apre, per centrodestra e centrosinistra, una partita che ci porterà sino a febbraio, data probabile delle elezioni. Iorio ha fatto già sapere che si candiderà, Frattura, da parte sua e con una mossa molto intelligente, si è dichiarato immediatamente disponibile alle primarie, tacitando così tutti coloro che ne insediano la leadership. C’è da capire quali saranno i movimenti interni al centrodestra, dovendo Iorio fare i conti con un dissenso che se in estate si era solo appalesato ora crescerà sull’onda di quanto accaduto; e c’è da capire nel centrosinistra cosa farà Massimo Romano, se intenderà rientrare nei ranghi o continuare nella sua opera di affrancamento dalla coalizione. Sul fondo l’incognita dei grillini: il Movimento 5 Stelle nella scorsa tornata ha raccolto circa diecimila voti, un consenso consistente che potrebbe crescere grazie al positivo trend nazionale. I mesi che ci separano quindi da febbraio 2013 saranno carichi di incognite e gravidi di mutamenti, è facile prevedere una scomposizione generale del quadro politico regionale e una sua ricomposizione in modi e forme che potrebbero essere del tutto inedite. Quello che c’è di certo è che oggi si chiude una stagione, quella dell’incertezza, nella quale il Molise si è trascinato per un anno. Tornare al voto sarà salutare.

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