La sanità in Molise comincia a dare segnali incoraggianti per quanto riguarda l’offerta dei lea, i livelli essenziali di assistenza, cioè tutte quelle prestazioni che dovrebbero essere garantite a tutti e in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale e questo nonostante sia una delle tre regioni, insieme a Lazio e Sicilia alle prese con i conti in rosso e quindi sottoposta al piano di rientro. A dirlo è il rapporto Lea 2011 del ministero della sanità. Non una sufficienza piena, specifica il report, quella che fa dormire sonni tranquilli ai primi della classe emilia romagna, toscana, umbria, marche, veneto, piemonte, Lombardia e basilicata che hanno ottenuto il massimo dei voti per tutti i 21 criteri analizzati per la griglia Lea, ma si cominciano a vedere indicatori di inversione di tendenza. Anche se, bacchetta il rapporto, il Molise deve ancora impegnarsi molto, come Lazio e Sicilia, sul fronte dei vaccini, l’assistenza residenziale e ospedaliera e i programmi di screening cui aderisce ancora una percentuale troppo bassa di popolazione. Tra le buone performance ci sono da registrare, al contempo un calo dei ricoveri e di cure inutili per i pazienti, quindi, per dirla in termini tecnici, un aumento dell’appropriatezza. E quindi meno inefficienza e meno sprechi di denaro pubblico. Resta però una grande variabilità tra le regioni italiane e questo comporta differenza di prestazioni a seconda di dove si vive ma spesso anche nelle diverse aree di uno stesso territorio regionale, denuncia il rapporto del ministero della salute: e tra le note negative resta il troppo alto numero di parti cesarei praticati in alcune aree della nazione. Maglia nera per tutti però quando si parla di vaccinazioni anti influenzali per gli anziani e per le percentuali stabilmente basse di pazienti con frattura del femore operati entro 3 giorni.
Sanità, il rapporto sui livelli di assistenza: in Molise segnali di ripresa
