La crisi economica dell’Ittierre sta provocando conseguenze anche sulle posizioni assicurative e previdenziali dei suoi dipendenti.
L’allarme parte da una comunicazione fatta da Previmoda ai suoi associati. L’istituto assicurativo, che gestisce e investe le trattenute del Tfr dei lavoratori del settore tessile, ha inviato una lettera ai suoi iscritti dell’Ittierre, comunicando che l’azienda non ha versato le trattenute relative al secondo trimestre, per cui Previmoda non potrà né accumularle, né investirle per valorizzarle e trasferirle al lavoratore alla fine del suo rapporto lavorativo. In sostanza i lavoratori Ittierre che, a suoi tempo, optarono per il versamento del Tfr a Previmoda ora rischiano di perdere anche l’indennità di fine rapporto. Rischio che non corrono quelli che sono rimasti con l’Inps, perchè qui interviene il fondo di garanzia previsto dalla legge.
Insomma, dopo la crisi e la cassa integrazione, anche la beffa di perdere il Tfr. Davvero un triste destino quello dei dipendenti Ittierre.
Sul fronte aziendale, intanto, tutta l’attenzione è rivolta al tribunale di Isernia e alle decisioni che prenderà la sezione fallimentare in camera di consiglio. Teoricamente non dovrebbero esserci ostacoli alla concessione della proroga, che va da un minimo di 45 a un massimo di 60 giorni.
Tutti col fiato sospeso, in attesa delle decioni dei giudici. Sull’altro fronte, quello delle trattative col nuovo socio, l’indiano Taff Kainth, si è appreso che quest’ultimo si trova ad Hong Kong, dove sta perfezionando la questione finanziaria. Infatti il suo ingresso dovrebbe coincidere con il versamento di cinque milioni freschi nelle casse dell’Ittierre.
Il rappresentante italiano di Taff, chiamato a gestire l’accordo con Bianchi e Petrollini, dovrebbe essere, stando alle indiscrezioni, Bruno Falasca ex dirigente regionale e docente universitario a Pesaro Urbino. Personaggio conosciutissimo a Isernia dove ha diretto la Formazione Professionale della Regione.