La storia dei presidi medici scaduti, spacciati come nuovi e pericolosi per la salute ha sconvolto l’opinione pubblica e gli stessi inquirenti che ora stanno cercando di capire chi doveva controllare all’interno dell’Asrem e soprattutto come è possibile che nessuno conoscesse la storia giudiziaria del fornitore che ha precedenti penali sempre nello stesso campo. Roberto Colella, 70 anni di Pescara, ora si trova agli arresti domiciliari nella sua casa in Abruzzo con l’accusa di frode in pubbliche forniture e di aver contraffato prodotti destinati al pubblico consumo. I prodotti che forniva erano pericolosi per la salute, come accertato da una perizia ordinata dalla Procura di Larino, le estremità in plastica erano taglienti con il rischio che qualche frammento si potesse staccare e finire nelle vie respiratorie dei pazienti. Tutti presidi usati nei reparti del San Timoteo, del Vietri e del Cardarelli. L’indagine è partita da una segnalazione ai Nas di una ditta produttrice di Bolgona che si è accorta che all’ospedale di Termoli usavano un loro prodotto senza che glielo avessero venduto. Sono partiti i controlli e la prima anomalia saltata agli occhi dei Nas, agli ordini del comandante Antonio Forciniti, e su cui ora le indagini si concentrano, è sul rapporto di lavoro che Colella aveva con l’Asrem: fornitore ufficiale da almeno 20 anni. Tempo in cui gli è stata affidata la fornitura senza mai effettuare una gara d’appalto e sempre con chiamata diretta, procedura che dovrebbe essere utilizzata solo in casi di urgenza. Questa è solo una delle anomalie, perché poi è stato anche accertato non solo che i prodotti venivano pagati anche cinque volte di più del loro valore di mercato, ma anche che non passavano per il controllo nella farmacia dell’Asrem, come avviene per tutte le forniture ma arrivava direttamente in reparto. Chi doveva controllare e non lo ha fatto? A queste domande nei prossimi mesi dovranno rispondere i carabinieri del Nas.