Basso Molise e area del cratere. Sempre più braccianti stranieri sono impegnati nelle campagne per la raccolta delle olive. Gli operai vengono pagati almeno quaranta euro (a cui vanno aggiunti i contributi) se lavorano a giornata, dai 22 ai 25 euro se l’accordo con il datore è al quintale.
La produzione di quest’anno, secondo gli addetti del settore, è in generale diminuita con un calo – spiega Maurizio Corbo, responsabile dell’ufficio olivicoltura dell’Arsiam – tra il trenta e il quaranta per cento”.
Un aspetto che può variare su un territorio a macchia di leopardo, tra zone dove il frutto ha legato bene e altre dove di olive ce ne sono poche.
Nelle decine di frantoi aperti nei paesi continua il lavoro ed è possibile fornire anche qualche dato medio senza considerare fattori specifici che possono variare tra i vari impianti.
Il prezzo delle olive al quintale sale e nella seconda fase della campagna si attesta tra i 35 e 40 euro al quintale in base anche alla varietà del raccolto, di chi le compra e della resa.
Proprio riguardo alla resa, quest’anno è andata molto bene, tanto che si varia dai 15 ai 19 litri di olio per quintale di olive molite ma si registrano picchi più alti e bisogna ovviamente considerare la grandezza della drupe.
Variabile il prezzo al dettaglio, a seconda delle scelte dei frantoiani, delle cooperative e dei piccoli produttori.
Un litro di olio extravergine convenzionale oscilla tra i 4 euro e 50 ai 6 euro e cinquanta centesimi. Discorso diverso e prezzi più alti per i prodotti specifici e certificati come il marchio Dop o il biologico, cifre che scendono per il mercato all’ingrosso dove, in sostanza, si trova davvero di tutto.
“Nonostante la qualità del nostro olio – ha concluso Maurizio Corbo – gli agricoltori sono costretti a tenere basso il prezzo e a dover fronteggiare costi di produzione sempre più elevati, tanto che a volte non riescono nemmeno a coprire le spese”.