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domenica, Dicembre 22, 2024

Isernia, sull’università ha ragione il rettore. I politici erano stati avvisati, ma non hanno fatto nulla

AttualitàIsernia, sull'università ha ragione il rettore. I politici erano stati avvisati, ma non hanno fatto nulla

di ENZO DI GAETANO Università a Isernia: la matassa si aggroviglia sempre di più.
Sembrava che il pericolo abbandono dell’ex convitto vescovile fosse scongiurato, grazie all’approvazione dell’emendamento al bilancio regionale presentato da Iorio e poi fatto proprio anche da Scarabeo e altri della maggioranza. Ma non è così. Infatti mentre la proposta iniziale di Iorio parlava di un contributo da centomila euro per il 2014, quella approvata poi in aula ha ridotto lo stanziamento a 45mila euro. E così è arrivata puntuale la nota del rettore che, giustamente, fa notare come, con quella cifra così ridotta, il problema non sia affatto risolto.
Per Palmieri si tratta testualmente: “di un trattamento comunque inidoneo, per la misura insufficiente dello stanziamento e per il suo carattere episodico, a giustificare la permanenza dell’Ateneo nell’ex convitto vescovile di via Mazzini”.
Insomma campane a morto per l’università nel centro storico, almeno per il 2014, perchè, a partire dal 2015, e qui c’è la novità, il comune di Isernia, assicura Brasiello, è disponibile a farsi carico integralmente delle spese di fitto. Per questo ha chiesto per i prossimi giorni un incontro con Palmieri per definire ogni particolare.
Ma il problema 2014 resta comunque sul tappeto. La Regione caccia solo 45mila euro, il resto chi lo tira fuori per impedire all’università di fare le valige. Né sembra una garanzia sufficiente quella che mette sul tavolo il comune di Isernia, parlando di un atto di indirizzo a partire dal 2015. Ora si deve parlare del 2014 e, al momento, i soldi non ci sono, a meno che la curia isernina rinunci a parte dell’affitto che dovrà incassare. Inutile dire che i politici, tutti, ci fanno una figuraccia. Palmieri, da tempo aveva avvertito Regione e Comune, ma hanno dormito tutti. Ora si affannano e cercano rimedi dell’ultim’ora. Intanto Lettere e Beni Culturali non c’è più e tra poco, a meno di un miracolo, anche Scienze Politiche andrà via da centro storico.
Una riflessione sulle date: l’università del Molise, correttamente, aveva avvertito da settembre sia Regione che Comune. Sono passati otto mesi e tutto è ancora all’anno zero. Non è così che si difendono le conquiste fatte in passato ed è inutile lamentarsi accusando gli altri, nel caso specifico l’università del Molise, quando la colpa è di quei politici che sono rimasti a braccia conserte.

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