Sei giorni, 133 ore, e per il Vietri di Larino potrebbe essere la fine, la debacle, di uno dei due ospedali del basso Molise che la congiuntura economica, politiche scellerate e incapacità amministrative, hanno determinato. Sei giorni perchè è il termine entro il quale la Giunta regionale, guidata dall’ormai “prendinaso” Frattura pubblicherà sul Bollettino Ufficiale il documento che chiude il Vietri e il SS Rosario. Si perchè ha preso tutti per il naso con promesse non mantenute e impegni disattesi, e la sanità è solo l’ultimo settore in cui Frattura, ha fatto tutto il contrario di ciò che aveva promesso. Ma questo era chiarissimo, era chiaro cioè, che poco poteva fare per risolvere i tanti problemi della sanità, nonostante le difese d’ufficio dei suoi collaboratori più stretti, ancor più ciechi di lui, ma questa è un’altra storia consegnata agli annali delle lingue lunghe. Questo però potrebbe far pensare che forse i sindaci e i comitati, nati in questi anni avrebbero potuto fare di più, non lo sappiamo, sappiamo solo che per quanto riguarda il Comitato Pro Vietri, grazie a un ricorso al TAR nel quale anche Frattura ha offerto un obolo di 250 euro per le spese, è riuscito a mentenerlo in coma farmacologico fino all’ultimo piano sanitario, quello che nei fatti, ha determinato la morte della sanità pubblica molisana. Se hai i soldi in Molise ti curi sennò crepi, hai sempre due strade davanti. Torniamo a noi, oggi 9 giugno, i Sindaci del territorio sono tornati a riunirsi, questa volta non a palazzo Ducale a Larino, ma davanti i cancelli dell’ospedale Vietri, per un incontro che doveva essere “operativo” ma che non è andato oltre le solite “chiacchiere” e le solite “attese”. Chiacchiere perchè, diciamocelo chiaramente, Frattura tiene i sindaci per i gioielli di famiglia, chi aspetta i soldi della ricostruzione, chi i risarcimenti per le vittime, chi deve rifare una strada, chi deve aprire una scuola e gli manca qualche centinaio di migliaia di euro, insomma, sappiamo tutti come funziona. In questo senso l’intervento, lucido e pratico, del sindaco di Montefalcone, Gigino D’Angelo, è stato emblematico. “Noi sindaci – ha detto D’Angelo – tra difendere i politici regionali e difendere le nostre comunità, dobbiamo scegliere quest’ultime, dobbiamo far capire a chi siede in Regione che un intero territorio è pronto ad azioni forti e durature, bisogna alzare il livello dello scontro” ha detto senza mezzi termini il sindaco Sellino.