La sinistra dura e pura lo ha sempre guardato di traverso. Anche certa nomenclatura di partito aveva vacillato quando il suo nome era finito tra i papabili.
Poi, l’investitura, è arrivata dagli elettori. Elettori di centro sinistra che, in maggioranza, hanno scritto il suo nome e cognome sulle schede delle primarie. E Paolo di Laura Frattura ha combattuto la sfida contro Michele Iorio. Con la bandiera del centro sinistra fra le mani. Democraticamente, come quell’elettorato gradisce.
E infatti il risultato delle urne è stato chiaro. Sorprendente. Perfino Iorio, a urne appena chiuse aveva dichiarato di aver recepito il messaggio da quest’altra parte della riva.
Frattura è comunque arrivato là dove molti aspirano e pochi arrivano. Ma quella poltrona, in nome delle regole, della democrazia, della certezza di quel voto, l’ha messa sul piatto della bilancia. A marzo, la domenica del 10 e il lunedì successivo, i molisani torneranno a votare grazie soprattutto al coraggio e alla perseveranza che Frattura ha avuto nel rincorrere quei valori.
Oggi, e non si sa bene ancora per quanti giorni, il principale partito della coalizione, ha preso a cincischiare e a parlare un linguaggio antico. Quello, per capirci, che tiene lontano dalle urne decine di migliaia di persone. E ogni giorno quel numero cresce.
Più cresce il numero dei cittadini disgustati dalla politica furba, dei sottintesi, dei tatticismi e dei sottobanco, più si passa il tempo attorno ai tavoli, sotto i quali passano i contentini e si studia come e chi deve spartirsi le caselle.
E così, se il posto alla Camera dei Deputati traballa per affollamento, si dà il via alla manfrina: allora Leva alla Camera, ma quel posto è di Ruta. E l’Italia dei Valori dove la mettiamo. Romano e Astore (i nuovi arrivati) chissà: se ci state vi garantiamo che. Rifondazione si accontenta con. E in questo modo, attorno al tavolo, va in scena un teatrino che premia la politica dei furbi, dei manovratori, delle piante sempre verdi.
Democraticamente, com’è stato fatto fino ad oggi e ripetuto fino alla noia, si riparta dai cittadini. E da una certezza: Frattura, democraticamente ha vinto le primarie, quasi vinto le elezioni, vinto la battaglia sull’annullamento. Voltargli le spalle oggi per un tornaconto personale sarebbe vigliacco sul piano umano, suicida su quello politico.