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domenica, Dicembre 22, 2024

Molise da cancellare, proposta del Pd

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di ENZO DI GAETANO

Il Molise sparirebbe dalla cartina geografica italiana se venisse approvata la proposta di legge presentata alla camera dal Partito Democratico.
Una proposta che prevede l’accorpamento di otto regioni minori con realtà maggiori.
In sostanza resterebbero dodici macroregioni, con Isernia che andrebbe con Abruzzo e Marche e Campobasso e Termoli con la Puglia.
È Roberto Morassut, del Pd, il parlamentare democratico che ha depositato alla Camera una proposta di legge che prevede la riduzione delle regioni, che passerebbero dalle attuali 20 a 12. Dopo 45 anni dalla nascita delle istituzioni potrebbe quindi cambiare radicalmente la cartina politica del paese.
Secondo Roberto Morassut: “La storia del regionalismo in Italia ha avuto un corso contraddittorio, certamente importante per la crescita e lo sviluppo del Paese ma anche – a distanza di anni – portatore di di distorsioni se non di degenerazioni che sono parte in causa ed effetto del complessivo sfaldamento del sistema politico italiano e di un distacco delle istituzioni dalla società civile che ha ormai raggiunto livelli allarmanti”. Chiari i riferimenti alle tante inchieste giudiziarie che hanno coinvolto i consigli regionali negli ultimi anni.
“Le Regioni – recita la proposta di legge Morassut – hanno contribuito alla crescita delle comunità locali, alla tutela del patrimonio storico e ambientale, allo sviluppo delle infrastrutture e dell’impresa ed alla estensione del welfare in particolare alla estensione del diritto alla salute. Sarebbe sbagliato non considerare tutto questo e cancellare, nell’attuale momento di crisi, le ragioni di un sano regionalismo e di un sano federalismo. Tuttavia non può negarsi che negli ultimi 15 anni circa sono venute crescendo soprattutto a livello delle istituzioni regionali forme di dispersione della pubblica amministrazione con sprechi di danaro pubblico e con forme di inquinamento non controllabili con gli attuali strumenti e sottratte alla stessa autorità regolativa dello Stato centrale”. In questo quadro, appare assai faticosa la stessa opera di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica che molte amministrazioni regionali hanno avviato in questi anni.
Ma la nuova norma, oltre a ridurre gli sprechi, servirebbe anche – secondo il deputato PD – a semplificare l’architettura del regionalismo italiano, nell’ottica di un processo di integrazione europea che “pone naturalmente l’esigenza di ridurre l’articolazione regionale in tutti i Paesi e le Nazioni che fanno parte dell’Unione”
. Nel testo presentato, due sole regioni (Sicilia e Sardegna) manterrebbero lo statuto speciale. La città di Roma, in quanto capitale d’Italia, assumerebbe il rango di Regione in considerazione della specialità e degli oneri particolari e aggiuntivi derivanti dalla sua funzione di Capitale della Nazione e di centro della Cristianità.
Queste sarebbero le nuove regioni italiane se passasse la proposta Morassut, che precisa che le denominazioni date sono indicative e che quelle definitive andrebbero discusse con le comunità locali:
Regione Alpina
(comprensiva delle ex Regioni Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria);
Regione Lombardia;
Regione Emilia – Romagna
(comprendente la ex Regione Emilia – Romagna e la provincia di Pesaro);
Regione Triveneto
(comprendente le ex Regioni del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia e del Trentino);
Regione Appenninica
(comprendente le ex Regioni della Toscana, dell’Umbria e della provincia di Viterbo);
Regione Adriatica
(comprendente la ex Regione Abruzzo e le province di Macerata, Ancona, Rieti, Ascoli e Isernia);
Regione di Roma Capitale
(comprendente la ex Provincia di Roma);
Regione Tirrenica
(comprendente la ex Regione Campania e le province di Latina e Frosinone);
Regione del Levante
(comprendente la ex Regione Puglia e le Province di Matera e Campobasso);
Regione del Ponente
(comprendente la ex Regione Calabria e la Provincia di Potenza);
Regione Sicilia;
Regione Sardegna.
Immediate le reazioni in Molise. Il primo a parlare è Ivan Forte, coordinatore provinciale di Forza Italia, a Isernia, che dice: “Il timore che la paventata chiusura della Corte d’Appello di Campobasso contenuta nel DDL Orlando fosse il preludio per attentare all’autonomia regionale del Molise sembra trovare triste riscontro nella proposta di legge presentata dal Deputato PD Morassut secondo cui la nostra Regione verrebbe smantellata e accorpata in parte a Marche ed Abruzzo ed in parte alla Puglia.
Si tratta dell’ennesimo tentativo di golpe perpetrato dal Governo Renzi.
Dopo la legge Del Rio, che lungi dal rappresentare quel progetto di riforma organica della Pubblica amministrazione di cui il Paese ha urgentemente bisogno e lungi dal comportare effettivi risparmi di spesa come certificato anche dalla Corte dei Conti, ha portato al voto Province le cui sorti non sono ancora ben definite con modalità elettorali inconcepibili basate sull’espropriazione per i cittadini della rappresentatività elettorale complicando ulteriormente il quadro di riferimento tra il depotenziamento di province, la contemporanea nascita di 10 città metropolitane e la conseguente frammentazione dell’assetto istituzionale.
Dopo il DDL Orlando che nel nome della spending review rappresenta l’ennesima falsa riforma che influirebbe negativamente sul livello dei servizi offerti ai cittadini e ai lavoratori della giustizia, ecco la scure del Governo Renzi abbattersi sulla Regione Molise mediante l’iniziativa legislativa dell’On.le Morassut.
Una fantasiosa proposta di inaudita gravità che spero possa trovare una fervida opposizione da parte non solo degli esponenti forzisti ma anche e soprattutto di tutti i Rappresentanti del Partito Democratico molisano affinché 51 anni dopo la sua istituzione, l’autonomia Regionale del Molise continui a rappresentare un valore da esaltare e proteggere”.

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