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domenica, Dicembre 22, 2024

Cassa in deroga: si sveglia la politica ma tacciono i sindacati. Petraroia racconta favole: lavoratori e famiglie senza soldi a Natale

AperturaCassa in deroga: si sveglia la politica ma tacciono i sindacati. Petraroia racconta favole: lavoratori e famiglie senza soldi a Natale

di PASQUALE DI BELLO

La narrazione fatta da Petraroia in Consiglio regionale sul mancato pagamento della Cassa integrazione in deroga presenta molte lacune, imprecisioni e reticenze. Per il momento quasi trecento lavoratori restano senza il sussidio dovuto, vittime dell’incapacità e dell’approssimazione con le quali si è affrontata la vicenda. Sul tema si svegliano le opposizioni al centrosinistra, continuano invece a tacere i sindacati.

Il pacchero ai quattro formaggi rifilato martedì da Michele Petraroia a Paolo Frattura, ha preso chiaramente la precedenza sulla vicenda del mancato pagamento della Cassa integrazione in deroga. Quella che 282 Cristi schiodati attendono ormai da un anno, riferita com’è la prima mensilità dovuta al mese di gennaio 2014. Di fatto, checché si voglia dire, almanaccare e insabbiare, sfidando Frattura a dimissionarlo, Petraroia ha aperto una crisi nel centrosinistra che non resterà priva di conseguenze. Frattura per ora tace, ma solo perché sta prendendo la mira con la fionda. Forse Petraroia mangerà il panettone, ormai prossimo, ma non sappiamo se farà Carnevale, cosa che invece noi gli auguriamo. Se Frattura proprio intende toglierlo di mezzo, lo faccia dopo la sfilata dei carri in maschera, ci resterà così la così la convinzione che quello a cui abbiamo assistito ieri nell’aula del Consiglio regionale, non era una riunione dell’assemblea ma semplicemente un anticipo del Carnevale. Perché tale è stata, cioè una carnevalata, la risposta alle due interrogazioni che sul tema della Cassa integrazione in deroga hanno proposto i rappresentanti del Movimento 5 Stelle e quelli del Centrodestra al completo. Va dato loro atto di aver finalmente stanato l’assessore specializzato in una disciplina tutta sua: quella di tacere quando deve parlare e quella di parlare quando invece dovrebbe star zitto.

La vicenda ormai è nota, ma non ci stancheremo di ripeterla sino alla nausea. Questa volta facendo una debita precisazione, a beneficio di coloro che, particolarmente duri di comprendonio, fingono di non capire. La struttura dell’Assessorato al lavoro, al netto degli inetti e degli scansafatiche che si annidano come metastasi all’interno di tutti gli uffici pubblici, quando ha operato lo ha fatto per mettere una toppa tecnica a valle di un errore politico che sta a monte. Qual è l’errore? L’errore è stato nell’attendismo, a nostro giudizio figlio dell’incapacità, di Petraroia. Causato da chi? Petraroia dice dal Governo, che aveva preannunciato la modifica delle regole sulla Cassa integrazione e aveva chiesto alle Regioni di non disciplinare la materia (l’affermazione è nei resoconti d’aula). Poi aggiunge, testuale: “Noi abbiamo seguito questo consiglio ma poi per mettere in sicurezza i lavoratori ci siamo mossi”. Obiezione: assessore Petraroia, quando vi siete accorti che i lavoratori erano in pericolo e, soprattutto, quando vi siete mossi e come vi siete mossi visto che i lavoratori il pericolo poi lo hanno corso tutto intero? Tant’è vero che a tutt’oggi sono privi del sussidio. E poi, se lei dice che avete seguito un consiglio e poi siete corsi ai ripari, vuol dire che quello era un consiglio sbagliato e voi avete sbagliato a seguirlo. Lei per primo, politicamente, e poi chi aveva a quel tempo la responsabilità tecnica e amministrativa di seguire le questioni relative alla Cassa in deroga.

Non le viene in mente che la sua “messa in sicurezza” dei lavoratori sia stata tardiva visto che il decreto interministeriale (83117 del 16 luglio 2014) – che ha rifinaziato le Cig con 400 milioni di cui 2milioni 751mila al Molise – fa riferimento gli accordi stipulati entro il 31.12.2013 e trasmessi all’Inps entro il 30.06.2014? L’accordo sottoscritto dall’Assessorato con le parti sociali – che conferma le disposizioni del precedente accordo del 13 settembre 2013 – porta la data del 28 luglio 2014. Ormai troppo tardi per una procedura che andava concordata molto prima. Ma al danno, come si suol dire, segue immancabilmente la beffa. Ai primi di agosto, come lo stesso Petraroia ha detto nel corso del suo intervento, il Governo emana il decreto che stabilisce le nuove disposizioni in materia di Cassa integrazione. Bisogna ripartire da capo, in pratica. L’accordo tardivo di luglio già lo era, ma adesso è ancor più carta straccia. Il 22 settembre, quasi due mesi dopo il decreto (e dopo la circolare esplicativa dell’11 settembre) dall’assessorato si svegliano e sottoscrivono con le parti sociali un nuovo accordo per la concessione degli ammortizzatori sociali che ha validità sino al 31.12.2014 e che, in pratica, è già in scadenza.

Poi, fatto questo accordo, per due mesi tutti dormono, a cominciare da Petraroia. Sì, fanno gli incontri con le aziende, come previsto, ma per farlo non occorrono due mesi ma bastano due giorni. Si svegliano tutti, solo quando il Giornale del Molise a metà novembre racconta la storia. Corrono ai ripari, ma mescolano tutto: l’accordo di luglio e la precedente normativa con la nuova disciplina e l’accordo successivo di settembre. Dall’assessorato trasmettono i dati all’Inps, sotto pressione di Petraroia, e dall’Inps li spernacchiano. E’ il dottor Pastò che scrive all’assessorato e evidenzia le incongruenze che impediscono all’istituto di previdenza di liquidare ai lavoratori le somme dovute. Nel frattempo, però, Petraroia ha già diramato il suo ennesimo comunicato stampa (numerato ormai in eoni) col quale rassicura l’Urbe e l’Orbe che tutto è stato sistemato e i lavoratori possono dormire sonni tranquilli. Una fesseria mondiale, tanto è vero che dal Ministero del Lavoro convocano i rappresentanti della Regione per mettere ordine nell’incredibile ginepraio nato in Molise. Per l’assessorato si presentano a Roma due funzionari i cui nomi (che conosciamo) al momento sono irrilevanti. Davanti al dottor Ugo Menziani, direttore generale del Ministero, i due non possono fare altro che prendere atto della procedura farlocca messa in campo. Ad ammetterlo, è lo stesso assessorato affidato a Petraroia, che scrive: “La nuova normativa ha ristretto i criteri di accesso e ha reso più complicato usufruire della tutela del reddito con questa strumentazione, ma pure in tale contesto problematico l’Assessorato al Lavoro trasmetterà una nota di sintesi tesa a chiarire le istanze avanzate dal territorio per il 2014”. A parte la prosa da voltastomaco (contesto problematico … strumentazione … istanze avanzate dal territorio) è la sostanza che conta: si è prima dormito, poi si è fatto e si è fatto in maniera sbagliata. Ora Petraroia provveda. Quasi trecento lavoratori sono privi del dovuto sostegno grazie alle quadriglie e alle tarantelle che abbiamo descritto e che evidenziano come la risposta alle interrogazioni del Movimento 5 Stelle e del Centrodestra sia stato solo fumo negli occhi. Petraroia provveda, in tempi strettissimi, poi tolga il disturbo. Anzi no, aspettiamo che passi carnevale. Non vorremo che oltre a restare senza soldi, restassimo pure senza maschere.

Poscritto. La politica si è svegliata, i sindacati quando hanno intenzione di farlo? Trecento persone aspettano una risposta.

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