Milano – Il fragore del pernacchio ha fatto saltare tutti i tappi del dirimpettaio padiglione del vino italiano, tanto è stata clamorosa la buca che Matteo Renzi ha rifilato a Paolo Di Laura Frattura e, tramite lui, a tutti i molisani. Atteso per ore al padiglione del Molise, il premier ha lasciato tutti a bocca asciutta, compreso qualche sprovveduto che aveva creduto alla promessa di un Pinocchio politico che, di questo passo, non è escluso che si presenti un giorno a palazzo Chigi col vestito di carta e il cappello di mollica come il famoso burattino di Collodi.
La leggenda metropolitana di un Renzi in visita al padiglione del Molise è stata diffusa nella mattinata di sabato dallo stesso presidente Frattura che ha intercettato il Capo del Governo in occasione dell’assemblea nazionale che il PD ha tenuto proprio a Milano e, con precisione, all’EXPO. Un tiro di schioppo dallo stand molisano, pochi metri che però Renzi non ha mai percorso, facendo imbufalire chi, per oltre due ore e mezzo, lo ha atteso invano sotto una devastante canicola. Un piccola folla di creduloni a cui sfugge un piccolo ma decisivo particolare: il Molise, politicamente ed elettoralmente, non conta una beata mazza. Dei tre parlamentari molisani, fatta eccezione per Laura Venittelli, ormai addetta a ciclo continuo alle questioni marinaresche, Renzi gode della aperta ostilità di quel che rimane della truppa composta da Roberto Ruta e Danilo Leva. È’ pur vero che Paolo Frattura è uomo di stretta osservanza renziana, ma è altrettanto vero che questo in corsa è e resterà l’unico giro di giostra per l’attuale governatore che, del resto, se l’è cercata. Aver inaugurato la settimana molisana all’EXPO di venerdì 17, qualche conseguenza era prevedibile si verificasse. E puntualmente si è verificata, seppur sotto forma di un sonoro pernacchio che il PD locale potrá conservare in una bella cornice e a futura memoria insieme alla pianta di fagiolini che rappresenta il Molise al padiglione Italia.