Cristiano Di Pietro smentisce di essersi recato in viaggio a Seattle dal 2 al 6 agosto scorsi in rappresentanza del Consiglio regionale. Allo stesso tempo, il 7 luglio è proprio lui che firma la delibera dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio che lo delega e autorizza al viaggio.
RICEVIAMO E (MOLTO VOLENTIERI) PUBBLICHIAMO
Apprendo divertito e con stupore di essere protagonista del giallo dell’estate molisana, almeno secondo il giornalista Pasquale Di Bello per il quale mi sarei recato negli Stati Uniti a Seattle in viaggio istituzionale dal 2 al 6 agosto scorsi. Un viaggio con la fantasia, probabilmente, visto che a Seattle non sono mai andato, a meno di non essermene accorto, ma la cosa, vista la doppia trasvolata oceanica mi pare improbabile. Il nostro scrittore di romanzi gialli per l’estate mi ha forse dotato di superpoteri, per esempio il teletrasporto di cui purtroppo, o per fortuna, non siamo ancora provvisti. Sarebbe bastato, caro ‘Sherlock Pasquale Holmes’ che lei mi avesse fatto una telefonata per verificare quanto si apprestava a scrivere, almeno per evitare la ‘cantonata’ presa. E’ quello che fanno tutti i giornalisti del mondo, non solo quelli della città che diede i natali a Jimi Hendrix e in cui Kurt Cobain cominciò la sua avventura musicale.
Leggendo l’articolo ho sorriso e non andrò oltre sporgendo querela. Mi auguro, tuttavia, che il giornale in questione non si limiti a cestinare l’articolo per non lasciarne traccia ma che pubblichi, come è obbligato a fare per legge, la mia smentita in prima pagina, nei tempi previsti, e con lo stesso format e caratteri, il titolo potrei suggerirlo io: ‘Di Bello teletrasporta Di Pietro’ oppure ‘I superpoteri di Sherlock Pasquale Holmes’ a voi la scelta.
Grazie, e al prossimo giallo.
Cristiano Di Pietro
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Quella che avete appena letto, pubblicata in versione integrale, è la nota di “rettifica” fattaci pervenire dal Consigliere regionale delegato alla Caccia, Cristiano Di Pietro. E’ una nota che merita di essere letta con piacere e attenzione, se non altro per il senso dell’ironia che la pervade (e lo crediamo davvero), merce molto rara tra la razza politica.
Nei Giorni scorsi, con un pezzo su questo giornale e un servizio trasmesso dall’emittente Telemolise, ci siamo occupati del viaggio a Seattle del vice presidente del Consiglio regionale e, quasi avendone la premonizione, lo abbiamo definito un “giallo” che tale si è confermato. Di Pietro, infatti, nella sua nota fa sapere che a Seattle non c’è mai andato. Se la storia finisse qui, dovremmo correre a nasconderci per la vergogna e a coprirci il capo di cenere. Le cose, in realtà, stanno un po’ diversamente e quella che Di Pietro cerca di metterci è, in realtà, una toppa peggiore del buco che vuole colpire.
O di Cristiano Di Pietro ne esistono due, oppure ce n’è uno solo ed è un furbacchione. Non si spiegherebbe diversamente il fatto che sia lo stesso Di Pietro a firmare (insieme al presidente Niro e ai consiglieri Di Nunzio e Sabusco) la delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 38 del 7 luglio 2015 avente ad oggetto. “Progetto 2015 NCSL Legislativ Summit International Program Draft Agenda” – Seattle, Washington: partecipazione. Nella stessa delibera, i componenti l’Ufficio di Presidenza tra cui, lo sottolineiamo, lo stesso Di Pietro, decidono: “Di Delegare il Vice presidente dell’Ufficio di Presidenza Cristiano Di Pietro a rappresentare il Consiglio regionale del Molise all’incontro oggetto della presente deliberazione”. Poi, ribadiscono (per i duri di comprendonio): “Di autorizzare il Vice Presidente Cristiano Di Pietro a recarsi in missione a Seattle (Washington) dal 2 al 6 agosto”.
Allora delle due l’una: o i signori componenti l’Ufficio di Presidenza della Regione Molise sono stati vittime di un colpo di sole, oppure, non sapendo quel giorno che fare, hanno architettato uno scherzo a danno del collega Di Pietro che, essendo uomo di spirito, ha contribuito a sua volta a farselo da solo firmando la delibera. Ora, noi comprendiamo bene che dalle parti di Montenero di Bisaccia abbiano rapporti tesi con la sintassi e la grammatica, ma quello utilizzato nella delibera è italiano di uso comune, seppure declinato nel linguaggio della burocrazia.
Se a meno di un mese dall’adozione della delibera il consigliere delegato alla caccia, per ragioni che restano ignote e Di Pietro non riferisce (probabilmente una battuta di caccia al cinghiale), decide di non farlo quel viaggio è un giallo del quale lui conosce la soluzione. Quanto a noi, lavoriamo utilizzando documenti ufficiali. In questo caso un deliberato del principale organismo del Consiglio regionale: l’Ufficio di Presidenza. Se poi, a nostra insaputa, quest’ultimo sia diventato l’Ufficio di Presidenza dell’Accademia della burla, allora chiediamo venia ai lettori e ai telespettatori. Vorrà dire che la prossima volta, invece di consultare l’albo pretorio del Consiglio, faremo riferimento a quello del Carnevale di Viareggio.
Poscritto. Fatta una delibera, e cambiata idea, la delibera si annulla. Ci sorprende in questo caso anche la leggerezza del Presidente Niro, sempre molto scrupoloso e zelante, e, in questo caso, scivolato pure lui su una buccia di banana. E poi, vorremmo sapere: i 645 dollari per i quali la delibera “autorizza il Servizio Bilancio ad assumere l’impegno di spesa ed a provvedere al pagamento sul capitolo 40 del Bilancio del Consiglio regionale relativo al 2015, previsti a titolo di contributo ai fini della partecipazione …” sono stati effettivamente pagati? Se la risposta fosse sì, questo sarebbe un atto di disprezzo vero e proprio verso chi in Molise e in Italia con 570 euro (l’equivalente al cambio di una pensione sociale) è costretto a viverci un mese mentre lorsignori sguazzano nei privilegi.