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venerdì, Dicembre 27, 2024

Una Regione di Mandrake. Il Molise crepa, per la Casta rispunta il vitalizio

AperturaUna Regione di Mandrake. Il Molise crepa, per la Casta rispunta il vitalizio

mandrakedi GIOVANNI MINICOZZI

Attraverso un gioco di prestigio, i consiglieri regionali si attribuiscono nuovamente il vitalizio precedentemente abolito. Adesso si chiama previdenza contributiva e costerà ai molisani milioni di euro.

Il 15 ottobre 2015 l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, composto da Vincenzo Niro, Cristiano Di Pietro, Filippo Monaco, Domenico Di Nunzio e Giuseppe Sabusco ha approvato la delibera numero 68 con la quale, in ottemperanza alla legge di stabilità regionale del 4 maggio 2015, si reintroduce, di fatto, il vitalizio in favore dei consiglieri regionali sotto forma di previdenza contributiva.
Tale privilegio, come si ricorderà, era stato abolito nella passata legislatura per tutti i futuri eletti a palazzo Moffa.
Per effetto della nuova regolamentazione, i singoli consiglieri dovranno versare un contributo di 528 euro mensili, mentre il Fondo di previdenza verrà alimentato con oltre 1.300 euro pro capite mensili, ovviamente con soldi pubblici.
Solo per regolarizzare il periodo pregresso che va dalla data di proclamazione egli eletti, 16 marzo 2013 al 31 ottobre 2015, ciascun eletto dovrà versare l’importo, anche rateizzato, di 16.696 euro , mentre le casse pubbliche dovranno versare 45.915 euro per ogni consigliere.
Il totale a carico di palazzo Moffa, e quindi dei cittadini molisani, è di circa un milione di euro solo per la prima metà della legislatura.
Somma che ovviamente si raddoppia e salirà a circa 2 milioni di euro a carico della collettività per l’intera legislatura che si aggiunge al passivo esistente di oltre 4 milioni di euro all’anno necessari per pagare i vitalizi pregressi.
Al termine della legislatura e dopo aver raggiunto i 60 anni di età con più mandati, o i 65 con un solo mandato, ciascun consigliere regionale percepirà un vitalizio corrispondente ai contributi versati e, come i vecchi vitalizi, sarà anche reversibili in caso di decesso in favore del coniuge o dei figli.
Sono in molti a chiedersi che tipo di rapporto di lavoro subordinato esiste tra gli eletti e la Regione per impostare una forma di previdenza tanto costosa per le casse pubbliche.
E’ da sottolineare che tutto questo accade mentre il presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, ha fatto sapere che lui guadagna meno dei presidenti della Regioni e mentre dalle colonne del Corriere della Sera Sergio Rizzo ha collocato in vetta alla classifica, e precisamente al terzo posto tra i presidenti delle Regioni, lo stipendio di Paolo Frattura. Inoltre è noto che le casse della Regione sono vuote, ma non per loro, e che le imprese fornitrici di beni e servizi, per disposizione della Ragioneria di palazzo Vitale, non possono essere liquidate per intero da qui a fine anno.
E’ giusto ricordare, infine, che contro la reintroduzione dei vitalizi, previsti dall’ultima legge regionale di stabilità, si schierarono Antonio Federico e Patrizia Manzo, i quali continuano a percepire 2.500 euro al mese, rinunciando al resto, e i rappresentanti del centrodestra.
Staremo a vedere quanti di coloro che hanno votato contro utilizzeranno l’ennesimo privilegio della Casta.

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