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lunedì, Dicembre 23, 2024

Avo Isernia, al via gli incontri per formare i volontari ospedalieri

AttualitàAvo Isernia, al via gli incontri per formare i volontari ospedalieri

avo iserniadi LUCIA LOZZI ” Il coraggio di stare accanto al malato, di non lasciarlo solo, di aiutarlo a trovare la forza di continuare a lottare. Il coraggio di comunicare fiducia, positivita’ verso il futuro a chi e’ toccato da un profondo vissuto. Un sostegno, un aiuto reale e concreto durante la degenza svolgendo, volontariamente, azioni di aiuto anche nella somministrazione dei pasti, nel tenere compagnia, nel leggere un libro. Condivisione, ascolto, empatia, relazione d’aiuto e fiducia. Fare bene del bene senza chiedere nulla in cambio dal malato e dalla sua famiglia . Una premurosa vicinanza, una professionale accoglienza e informazione. Questa la mission e il modus operandi del volontario in ospedale, promosso dall’AVO, Associazione Volontari Ospedalieri con il corso di formazione e aggiornamento. In quattro sedute pomeridiane, 9, 18 e 25 novembre e 2 dicembre, presso la sala gialla della Provincia, formazione ed aggiornamento per volontari e personale ospedaliero, denominato “Il volontariato in ospedale”. L’ AVO del “Veneziale” di Isernia e’ presente presso l’Ospedale dal 1993, prestando sostegno ed assistenza morale ai degenti, per far sentire loro accanto una presenza familiare, e curando il servizio di informazione, accoglienza ed accompagnamento ospedaliero. Il corso di formazione e’ anche un motivo per far conoscere alla realtà locale l’importanza del supporto umano alle persone sofferenti, implementando l’offerta sanitaria con un’umanizzazione a tutto campo dell’intervento medico. Il 19°corso e’ stato inaugurato dal Presidente AVO Dott. Domenico Barbaro e dalla Responsabile URP, Ufficio Relazioni con il Pubblico , Dott.ssa Rita Viscovo i quali, in modo chiaro, semplice e umano, convinti della propria scelta e determinati a portarla avanti, hanno elencato i compiti dei volontari ospedalieri sottolineando l’osservanza delle regole da rispettare e il processo di umanizzazione della realta’ sanitaria. L’intervento poi del Direttore UOC di Medicina Interna dell’Ospedale Veneziale di Isernia, Dott.ssa Cecilia Politi, ha approfondito tutte le attivita’, le caratteristiche e le peculiarita’ del reparto e del rapporto volontario/personale sanitario. Un appuntamento annuale quello organizzato dall’AVO e dall’Urp dell’Azienda Sanitaria, finalizzato a organizzare corsi gratuiti rivolti a chi vuole mettere a disposizione parte del proprio tempo al servizio dei malati, ad aggiornare chi gia’ presta la sua nobile opera e, contemporaneamente, a dare visibilità al Volontariato Ospedaliero per migliorare l’impegno dei cittadini/volontari dell’associazione i quali assicurano una presenza amichevole e silenziosa accanto al malato al ‘Veneziale’. Offrire una presenza amica a chi si trova in momenti di sofferenza, questo è ciò che fanno i volontari Avo, “costituisce un momento importante di informazione-formazione che induce i partecipanti ad una presa di coscienza della realtà sanitaria, del mondo ospedaliero e della persona ammalata degente negli ospedali”. Spesso, quando si parla di volontariato, si rischia di diventare retorici, celebrativi, autoreferenziali. E allora, “noi volontari per primi dobbiamo dare per acquisito che, in fondo, non facciamo proprio nulla di straordinario: semplicemente, diamo una mano dove occorre con tutto il nostro impegno”. Tuttavia le sole buone intenzioni non bastano a produrre buoni risultati; è invece necessario saper fare le cose con professionalità e, dunque, in modo organizzato; interagire con educazione, cordialita’ e rispetto delle attività del personale interno, secondo le specifiche necessità, con la dovuta privacy per favorire un crescente miglioramento della qualità dei servizi resi ai malati. È noto a tutti, infatti, che i risultati migliori si raggiungono proprio quando gli obiettivi sono condivisi. A seguire nei giorni 18/11, “Aspetti psicologici dell’essere per gli altri” (Sandra Fascia e Ciro Ascione), “Il volontario nel reparto di Cardiologia” (Vanda Mazza), “Prevenzione ictus cerebrali” (Nicola Iorio) ; il 25/11, “L’approccio al malato terminale” (Divina Traficante), “Sostegno morale al malato terminale” (Silvia Della Corte), “La terapia del sorriso” (I Clown del ) ; in ultimo il 2/12, “La relazione di aiuto : volontari per se stessi, volontari per gli altri” (Marco Tagliaferri), “La gioia di aiutare” (AVO Giovani), “Il volontariato: una scelta consapevole e responsabile” (Vescovo Camillo Cibotti), a seguire testimonianze AVO e dibattito, La partecipazione al corso è aperta a tutti e l’iscrizione gratuita. Verra’rilasciato attestato di partecipazione a testimonianza di quanto acquisito e di professionalità che il volontario deve avere . La comprensione, la cortesia e lo spirito di fratellanza verso chi si assiste, verso i colleghi e verso il personale dipendente dei presidi, debbono sempre caratterizzare l’attività del volontario. Tenerezza vuol dire vicinanza affettiva, calore umano. Una cura somministrata con gentilezza dà migliori risultati. IL VOLONTARIO STA ACCANTO AL MALATO COME PRESENZA PREZIOSA. Il grado di umanità di una persona si misura dalla sua tenerezza verso gli altri. LA TENEREZZA NEL MONDO SANITARIO, in base ad un processo di umanizzazione gia’iniziato e da sostenere. Il malato che occupa il primo posto in ospedale. Il malato che va rispettato come persona non trattato come una malattia. Considerare il malato nella sua globalità: non solo l’aspetto fisico, ma ascoltare le sue ansie e paure. Quando, poi, il malato e’ un malato grave, bisogna tener conto che ci sono diversi modi di morire: c’è chi è preso dall’angoscia, chi trasmette serenità, c’è chi confida le proprie paure, c’è chi si chiude in se stesso, c’è chi prega, chi impreca, chi è in pace con se stesso, ma anche chi è amareggiato per aver sprecato la sua vita, o contento della vita vissuta bene. Il volontario si fa compagno di viaggio in questo ultimo momento, non evita di andare vicino al malato grave perchè non sa cosa dire, ma va verso di lui per realizzare una presenza affettiva anche senza parlare. Ascolto empatico, capire cosa sta vivendo rispettando i valori, la fede religiosa, offrendo una speranza. Fermarsi con i familiari che intravedono il vuoto che si verrà a creare in famiglia. In ospedale, anche quando il malato viene ricoverato solo per pochi giorni vive una condizione tale che coinvolge un familiare nella malattia. La famiglia riveste per il malato un ruolo fondamentale: l’affetto è la terapia più efficace. ” La nostra attenzione di volontari deve essere rivolta sia al familiare che è vicino al malato, sia allo stesso. Ogni malattia provoca nel malato reazioni diverse: agitazione, ira, aggressività, poca pazienza, e questi stessi sentimenti si riscontrano anche nei familiari. Curare un malato ignorando la famiglia sarebbe come curare una pianta ignorando le radici. Anche la famiglia deve rispettare l’istituzione sanitaria assecondandone regolamenti e orari di visita”. Il volontario, quindi, non può ignorare la famiglia del malato che soffre a volte di più conoscendo verità che il malato ignora. La presenza del volontario non deve essere banale ma deve offrire una presenza costruttiva e affettiva. Il modo migliore per aiutarlo è anche fermarsi con il familiare che ha bisogno di essere ascoltato. Il volontariato e’ un tipo di amore incondizionato che non chiede nulla in cambio. IL VALORE DEL VOLONTARIO sta proprio nel fatto di prendersi cura della persona, (entrare in relazione con l’altro), dare dignità (umanizzare le corsie) e farlo in maniera gratuità e disinteressata.

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