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domenica, Dicembre 22, 2024

Soul Food al Cafè Prestige, con il Signor Wolf gran finale per una rassegna di successo

AttualitàSoul Food al Cafè Prestige, con il Signor Wolf gran finale per una rassegna di successo

Signor Wolf Funk ExpChiusura in bellezza si annunciava e chiusura in bellezza è stata, sabato sera al Cafè Prestige di Campobasso, per l’ultima serata della rassegna Soul Food, con il funk vulcanico e trascinante dei Signor Wolf Funk Exp. Funk all’ultimo respiro e ritmi vertiginosi, di quelli che ti schiodano dalle sedie, eseguiti da un trio musicalmente di prim’ordine (Stefano Talone alla chitarra, Valerio De Angelis al basso, Giovanni Baccillieri – allievo di Massimo Manzi, e si vede – alla batteria) e plasmati fra consolle, pc e tastiere da Marco Severini, in arte Signor Wolf, autentico “re del funk italiano”.

Artista geniale e enciclopedico, esploratore di una infinità di mondi musicali, dalle colonne sonore al soul jazz, dal surf all’elettronica e forti dosi del pulp tutto italiano di Umberto Lenzi e Fernando Di Leo o dei b-movies orientali di Takashi Miike, fino al memorabile softcore di Linda Lovelace (Gola profonda), con ripescaggi al limite dell’incredibile. Vedasi Apache, con gli echi della versione surf di Dick Dale rilanciato da Quentin Tarantino (Misirlou) e ancora prima da Stevie Ray Vaughn (Pipeline) e i reverberi di Nitro, Ring of Fire, Ghost Riders in the Sky, dopo l’apertura dedicata al tema di Peter Gunn di Henry Mancini già ripresa al massimo della capacità tecnica da Roy Buchanan.

Tutto convogliato e sistemato dalla smisurata creatività di Marco Severini, levigato e diluito in un flusso torrenziale di funk, con i classici del genere (Play That Funky Music White Boy o Sing a Simple Song); gli ambigui anni Ottanta dei Dead or Alive (You Spin Me Round); gli impeccabili (e di sicura presa) richiami ai Pink Floyd di Another Brick in The Wall;  le monumentali sezioni fiato di James Brown o Fats Domino magicamente ricreate lì per lì con inserti e campionature; la disco music di Nile Rodgers superbamente richiamata in poche battute dalla Fender Stratocaster di Stefano Talone e il pop sublime di Michael Jackson (Billy Jean) piazzato con precisione cronometrica, come un susseguirsi di colpi di scena, alternato all’egregia produzione tutta propria di Mr. Wolf, The Funkytime, Tony Murgida’s Theme, Bad Queen Gang, ben raccolta nel recente Funkconnection (2012).

Sigillo, insomma, degnissimo a una rassegna che si è imposta all’attenzione, serata dopo serata, grazie alla magistrale regia di Massimo Petrarca, la collaborazione del direttore artistico del Cafè Prestige, Michele Tudino, e la inappuntabile e cortesissima professionalità della gestione del locale.

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