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domenica, Dicembre 22, 2024

PD, sul rimpasto in Giunta è guerra tra bande. Il partito verso le esequie

AperturaPD, sul rimpasto in Giunta è guerra tra bande. Il partito verso le esequie

defuntodi PASQUALE DI BELLO

La nomina di Carlo Veneziale ad assessore della Giunta Frattura ha gettato benzina sul fuoco all’interno del PD. Cresce la fronda contro il presidente della Regione.

I mangiatori di spade del centrosinistra si sono riuniti per affrontare lo spinoso tema del rimpasto di Giunta. L’esito dell’incontro è stata la nomina ad assessore alle attività produttive del governo Frattura di Carlo Veneziale, esponente isernino del Partito democratico. Un incontro, dicono alcuni tra i presenti, tenuto al cospetto di musi lunghi e compatti come la muraglia cinese. Tra i musi lunghi, certamente vi era quello di Massimiliano Scarabeo, ex assessore costretto alle dimissioni da una vicenda giudiziaria che lo ha visto protagonista e rispetto alla quale egli si dichiara totalmente estraneo ai fatti. Scarabeo cede il posto ad un competitore che lavora su suo stesso territorio, la provincia di Isernia. E proprio a Isernia fa riferimento una voce che circola su radio fante, quella che considera la nomina di Veneziale un premio per il siluramento dell’amministrazione Brasiello, quella che ha portato alla caduta dell’ex sindaco di Isrenia. Veneziale, secondo taluni, avrebbe fatto una capriola a triplo salto mortale, passando da fedelissimo dell’onorevole Leva ad amico ciliegio della coppia Frattura – Fanelli. Ma il PD, si sa, non è un partito, è un campo di battaglia dove da mesi è in corso una guerra tra bande che sta portando il Molise alla deriva. Prediamo ad esempio il tema Sanità, dove Frattura, eccetto Fanelli, ha tutti contro: Totaro, Scarabeo, Petraroia (che al solito fa il funambolo). Resta Di Nunzio che, essendo delegato al turismo, ha deciso di seguire Frattura in ogni gita. A proposito di vacanze, sta per terminare anche quella del dimissionario Petraroia, autore di una boutade alla quale nemmeno lui ha creduto, quella delle dimissioni; l’ex assessore a giorni rientrerà in Giunta. Quello che invece sta oliando in silenzio il fucile, è l’ex presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Niro, vittima di uno dei tanti accordi sottoscritti e non rispettati dagli uomini del PD. A Niro, secondo un pato firmato dall’interessato, da Frattura e dall’allora segretario regionale del partito, Danilo Leva, doveva essere assegnato un assessorato al termine dell’incarico da presidente del Consiglio. Ovviamente la coppia Frattura – Fanelli non ha alcuna intenzione di dare esecuzione a quel patto. D’altra parte, da Roma al Molise, quelli del PD si sa come sono fatti: si stringono tra loro la mano, sorridenti come gli agrari che hanno appena venduto il vitello, e poi, appena si girano, si contano le dita per controllare se ci siano tutte. Il caso Renzi – Letta “stai sereno”, parla per tutti. E se questo è l’esempio nazionale, figuriamoci la deriva locale.

Adesso la partita, appena dopo il rientro di Petraroia, si trasferirà in Consiglio regionale dove la fronda interna farà ballare la rumba a Frattura. Ma fino ad un certo punto. I molisani dovranno rassegnarsi: Frattura non cadrà, né per mano amica né per mano nemica. Undicimila euro al mese sono un deterrente capace di fermare ogni Giamburrasca.

 

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