La secca smentita con la quale l’Università Cattolica ha escluso ogni accordo con la Regione per una governante pubblica della Fondazione Giovanni Paolo II, pone pesanti interrogativi sulla iniziativa assunta e propagandata dal Presidente della Regione Frattura e dai Parlamentari Ruta e Leva. Quello che sta emergendo è un quadro a tinte fosche e nella pubblica opinione cresce la richiesta di dimissioni del governatore. Sullo sfondo, l’ambiguità di un partito, il PD, disposto a coprire bufale e manovre di sottobosco.
Con una recita degna del peggior avanspettacolo di borgata, i tre registi del brivido Frattura, Ruta e Leva, hanno pubblicizzato nei giorni scorsi l’intesa raggiunta tra loro e finalizzata alla salvezza del sistema sanitario regionale. In realtà è andata peggio di quanto la più pessimistica delle previsioni potesse immaginare. Quella messa in circolazione, che all’apparenza sembrava soltanto una spruzzata d’aria fritta, si è rivelata alla prova dei fatti la più smaccata menzogna alla quale i molisani sono stati sottoposti in questi tre anni di lavaggio del cervello senza scampo. A certificarlo c’hanno pensato il Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Franco Anelli, e il Presidente della Fondazione Giovanni Paolo II, Maurizio Guizzardi, che, attraverso una nota congiunta, hanno smentito categoricamente qualsiasi intesa, accordo o programma per una gestione pubblica della ex Cattolica. L’esatto contrario di quello che Frattura, Ruta e Leva avevano sbandierato ai quattro venti. “Questa procedura – aveva dichiarato testualmente il presidente della Regione – l’abbiamo costruita con l’Ateneo Cattolica”. Quello che invece scrivono Anelli e Guizzardi è inequivocabile: “L’ipotesi, rappresentata in modo irrituale e in sede non istituzionale, di un mutamento della governance della Fondazione Giovanni Paolo II non è mai stata sottoposta agli organi della Fondazione stessa e dell’Ateneo”.
Messa in questi termini, la questione oltre che di stomaco è diventata una questione di dignità. Se i molisani l’autonomia oltre che difenderla vogliono dare dimostrazione di meritarsela, hanno una sola strada: chiedere a gran voce le dimissioni del presidente della Regione e Commissario ad acta per la Sanità, Paolo di Laura Frattura. A ruota, visti i fatti, sarebbero opportune e gradite anche quelle dei due Parlamentari del Partito democratico, Roberto Ruta e Danilo Leva.
Quello che è accaduto segna una tragica linea divisoria tra gli osannatori a cottimo di un regime indifendibile fondato su frottole e depistaggi, e tutti coloro che intendono arrestare il torrente di fango che sta sommergendo il Molise. Certe verità sono amare, ma vanno raccontate per ciò che sono: quella espressa dal PD non è una classe dirigente ma una camarilla di marescialloni e poeti della catastrofe capaci di rubare il posto a un morto nella bara pur dimettersi al centro del funerale. Un gruppo di Gianburrasca devastatori che vanno mandati a casa, la prova evidente che le bugie non solo hanno le gambe corte ma, in questo caso, anche le loro facce. E allora, in conclusione, o il PD ha la capacità di prendere le distanze dalla bufala rifilata ai molisani e di chiedere un passo indietro al presidente della Regione e ai due parlamentari, oppure è complice di una presa per i fondelli che umilia e offende un popolo intero.